Lorenzo, il bimbo di 2 anni morto annegato in piscina. Il nonno: “Non si avvicinava mai all’acqua”
"Abitualmente si muoveva in libertà tra i nostri appartamenti. E anche in giardino, che è recintato, usciva senza problemi, poi bastava chiamarlo e subito ubbidiva. Alla piscina non si era mai avvicinato da solo". Queste le parole al Messaggero del nonno del piccolo Lorenzo Grilli, morto annegato nella serata di lunedì a Città Sant’Angelo, Pescara, dopo essere caduto nella piscina della villetta di famiglia. Una distrazione di una manciata di minuti. Quando la mamma, Amedea, poco dopo le 20, si è accorta dell'assenza del figlioletto era già troppo tardi. Sul posto sono intervenuti sia i soccorritori del 118 che i carabinieri della Compagnia di Montesilvano. Inutili però i tentativi di salvare il bambino. Qualcosa in più lo dirà l'autopsia disposta per oggi dal Pm di Pescara Rosangela Di Stefano, inevitabile l'iscrizione dei genitori nel registro degli indagati, mentre i nonni sono stati ascoltati dai carabinieri in qualità di testimoni.
Cosa è successo
Stando alle ricostruzioni, la madre di Lorenzo si trovava in casa con la bambina più grande, mentre il papà del piccolo, che lavora nelle squadre di manutenzione dell'autostrada A 14, in quel momento era assente. Quando si è accorta dell'assenza del piccolo, sarebbe prima scesa dai genitori, nell'appartamento a piano terra, poi insieme avrebbero deciso di guardare in giardino. A quel punto è stata fatta la scoperta choc.
Comunità sconvolta
La tragedia ha chiaramente scosso l'intera comunità di Città Sant’Angelo. "Sono distrutto come sindaco, come padre e come angolano – dice il primo cittadino Matteo Perazzetti -. Con il padre di Lorenzo c'è un'amicizia lunga e duratura. Città Sant'Angelo vive una nuova tragedia, dopo quella della bimba morta in culla meno di un anno fa. Gli angolani sono sconvolti e lo capisco da ciò che leggo sui social e dai messaggi che mi arrivano".