A Fanpage.it, per la Posta dei Lettori, la lettera di Lorenzo, che lavora come assistente nella attività ludico ricreative in Pediatria all'Ospedale di Loreto (Ancona), dove non vede l'ora di tornare a lavorare:
"Mi chiamo Lorenzo, ho 41 anni, e vivo a Loreto con mia madre. Ci siamo trasferiti qui da due anni per ricongiungere la famiglia dopo che papà è venuto a mancare e mia sorella si è sposata e ha avuto figli. Non è stata una decisione facile… Lasciare Viterbo, lasciare la mia ragazza, i miei amici, con i quali condividevo tante attività che mi riempivano i pomeriggi. Io sono nato a Soresina, un piccolo centro in provincia di Cremona, ma ho vissuto a Viterbo per quasi 20 anni e qui è iniziata la mia esperienza di lavoro presso l’Ospedale della città e la mia avventura sportiva con Special Olympics. Certo, non pensavo che avrei vissuto tanti trasferimenti, che ogni volta mi hanno procurato timori e ansie. Ero spaventato anche all’idea di lasciare il lavoro presso l’Ospedale dove ormai tutti mi conoscevano e mi volevano bene: ero entrato nel 2000, in punta di piedi, per fare uno stage nel reparto di pediatria che è durato fino al 2011, anno in cui sono stato assunto a tempo indeterminato, in qualità di commesso, dopo aver partecipato e vinto un bando di concorso. Non ho mai cambiato reparto e sono potuto sempre stare in mezzo ai bambini. Stavo bene con loro e con i colleghi che mi circondavano di attenzioni e affetto".
"Ero felice per il trasferimento, perché finalmente raggiungevo mia sorella, i miei nipotini, mio cognato e la sua bella famiglia, ma cosa e chi avrei trovato nel nuovo ambiente di lavoro? Fortunatamente il tanto cercato e sospirato trasferimento presso l’Ospedale di Loreto si è rivelato una buona cosa, anche qui sono stato accolto benissimo e mi sono presto fatto amico di impiegati, medici ed infermieri. In questi giorni terribili seguo la regola del “Io sto in casa”, è difficile e pesante, ma non c’è altro da fare. Spero tanto che tutto si risolva al più presto per riprendere tutte le attività bruscamente interrotte. Anche qui a Loreto mi allenavo in piscina per essere pronto per le prossime gare, occasione per ritrovarci tutti insieme; anche qui andavo in palestra per tenermi tonico; anche qui andavo a scuola di ballo per divertirmi. Naturalmente, tutto ciò mi manca tanto. Non vedo l’ora di ritornare tra i miei amici, di ritornare a fare gare anche se ormai sono “vecchietto”, ho tanta voglia di tornare a stringere tutti e gridare il nostro giuramento: “che Io possa vincere, ma se non riuscissi, che Io possa tentare con tutte le mie forze!".