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Lorenzo, 16 anni: “Ho combattuto fra la vita e la morte a causa dell’anoressia”

“L’anoressia è una merda, ti cambia la vita” spiega il giovane di Reggio Emilia, che a causa della malattia è stato anche ricoverato, lottando fra la vita e la morte. “Quando ho capito cos’era l’ho detto a mia madre ed ho pianto, piano piano ne sto uscendo. Non è facile farlo da soli, ascoltate sempre i vostri genitori”
A cura di Beppe Facchini
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La maggior parte della gente prensa che l’anoressia sia un disturbo alimentare che colpisce solo le donne. Ma non è così. Lorenzo è un giovanissimo studente dell’istituto alberghiero di Reggio Emilia e fino a poche settimane fa era ricoverato in ospedale proprio a causa di questa malattia. Il percorso per uscirne completamente non è ancora terminato, ma Lorenzo, 16 anni, ha deciso comunque di metterci la faccia (nel possibile) per raccontare la sua storia e diffondere un messaggio di speranza a chi si trova nella stessa situazione. Uscirne si può. “È difficile, ma è impossibile. E non da soli”.

L’anoressia è una merda, ti cambia la vita, ti fa perdere i rapporti con chiunque, ti porta ad odiare persone a cui vuoi bene”. Insomma, Lorenzo è chiaro. Nel suo caso, tutto è cominciato la scorsa estate. “Decisi di fare una dieta fai da te –racconta-. Assumevo solo proteine, zero carboidrati”. Obiettivo: ottenere un fisico definito. Lorenzo desiderava degli addominali scolpiti. “Anche da piccolo non ho avuto un buon rapporto col cibo” ammette, raccontando di episodi con abbuffate o digiuni avvenuti in passato. A settembre, però, subentra la fissazione degli addominali. “Prima di questa estate pesavo 56 chili: ero già un peso basso per la mia altezza”. Cioè un metro e 72 centimetri.

Inizialmente gli allenamenti in casa erano di mezzora al giorno. “Poi cominciò a diventare una cosa ossessiva”. Lorenzo doveva bruciare tutto. Che poi, non era neanche tanto. “Non mi piacevo fisicamente –dice-. Mangiavo sulle mille calorie al giorno. Uova, carne, pesce, tutti derivati dalle proteine. Carboidrati: un pacchetto di crackers o gallette integrali”. Nonostante le discussioni in casa coi genitori, le cose non hanno fatto altro che peggiorare. “Mi rendevo conto di sbagliare, ma quando c’è la malattia che comanda su di te –spiega Lorenzo- è difficile gestire la propria mente”.

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Col passare delle settimane, Lorenzo continuava a perdere peso ed a diminuire l’apporto calorico nella sua dieta, ma senza i risultati sperati. “Cominciai ad essere frustrato, avevo comportamenti ossessivi” racconta il giovane emiliano, che nel frattempo vedeva perdersi pure i contatti con amici e compagni di scuola. “Prima ero diverso, sempre allegro, organizzavo le uscite” assicura.

“Mi sono accorto che stava diventando un problema quando su internet lessi su un sito gli atteggiamenti tipici di una persona anoressica- continua Lorenzo-. Lo dissi subito a mia madre, mi misi a piangere perché le dissi: non so come uscirne, se mangio una caramella voglio subito smaltirla”. Grazie ai suoi genitori, sempre vicini a Lorenzo, così come i compagni di scuola, che al rientro dal ricovero lo hanno accolto con un cartellone, il 16enne sta continuando il suo percorso in un centro specializzato. “Adesso sto bene psicologicamente, fisicamente ancora non del tutto. Però sono più sorridente, allegro. Al momento del ricovero dentro di me ero contentissimo –aggiunge Lorenzo- perché sapevo che era l’unico modo per staccarmi dall’attività fisica e dall’ossessione del cibo”.

Ho combattuto tra la vita e la morte, ero arrivato ad un peso di 44 chili, con una frequenza cardiaca di 30 battiti al minuto, dovuti all’ossessione per il bruciare tutto ciò che mangiavo, qualche volta mi sono anche provocato il vomito –conclude Lorenzo, che pian piano sta riprendendo in mano la sua vita-. A quelli che stanno lottando tuttora, voglio dire: so che può essere difficile, però ascoltate sempre i vostri genitori, chi vi vuole bene. È tutta una questione mentale”.

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Pugliese, giornalista dal 2009 (professionista dal 2017), vivo in Emilia-Romagna dal 2010 e collaboro con Fanpage.it da marzo 2018, occupandomi di attualità, cronaca, politica e sport. In passato ho collaborato, fra gli altri, con Gazzetta di Parma, Agenzia Vista, Fps Media, AlaNews e Corriere di Bologna, oltre ad alcune esperienze in radio e in diversi uffici stampa. Con altri colleghi ho fondato e coordinato per quattro anni ParmAteneo, testata online e laboratorio di giornalismo dell'Università degli Studi di Parma. Nel 2012 ho fondato e diretto Parmanews24. Nel 2014 ho scritto "Elvio Ubaldi, la politica nel destino. Dalla Cattedrale occupa a Parma città cantiere all’esperienza grillina. Quarant’anni di storia locale” (2014 Parma, Ed. Battei), vincitore dell’edizione 2015 del "Premio Marco Nozza, giornalismo investigativo e d’informazione critica". Dal 2017 risiedo a Bologna. Attualmente collaboro anche con La7, RiciclaTv e Teleromagna.
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