Lopalco: “La cura al plasma non risolve il problema ma è arma in più contro il Coronavirus”
Da giorni nella comunità scientifica e medica ci si interroga sull'efficacia della cura al plasma per sconfiggere Covid-19. Sperimentazioni in tal senso sono già partite al San Matteo di Pavia e al Carlo Poma di Mantova sui primi 52 pazienti con il Coronavirus e che hanno dato risultati promettenti. Ma ci vorrà ancora qualche giorno per conoscerli. Non è in realtà una novità assoluta: il plasma dei guariti, da cui vengono estratti gli anticorpi, poi reinfusi in altri pazienti, si è infatti dimostrato terapia utile anche in Cina. E circa 4 mila pazienti sono in trattamento negli Stati Uniti. Ma restano da sciogliere alcuni nodi, tra cui anche quello legato alla sicurezza, dato che con con il sangue si possono trasmettere eventuali infezioni. Sul tema è intervenuto anche Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene all'Università di Pisa e responsabile del coordinamento regionale emergenze epidemiologiche dell'Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia.
La cura con il plasma, ha detto l'esperto in una intervista alla trasmissione 24 Mattino su Radio 24, "non è la soluzione al problema, altrimenti il problema sarebbe già stato risolto, e non è una scoperta recente: è un vecchio principio di terapia, utilizzato già in Cina e in America. L'evidenza iniziale di efficacia di questa terapia è abbastanza buona quindi è sicuramente un'arma in più, soprattutto per curare i casi più seri. Resta il grosso problema legato alla disponibilità del plasma: ci devono essere i donatori che devono essere soggetti guariti da poco, perché la quantità di anticorpi nel sangue tende a diminuire, e gli anticorpi nel plasma devono essere di qualità e quantità sufficiente per essere utilizzati nella terapia. Un'arma in più ma non la soluzione a tutti i mali di questo maledetto virus". Lopalco ha poi aggiunto che "non c'è nulla che sia gratis. È vero che il donatore dona in maniera gratuita, però tutto il processo non è mica gratuito. È un processo tecnologico importante e c'è il costo del personale. Non c'è il guadagno diretto di un'unica azienda ma c'è chi vende macchinari, chi vende test e tutti fanno il loro giustissimo profitto".