0 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’omicidio di Willy Branchi, il 18enne ucciso a Goro: dall’assoluzione di Forzati alla lettera anonima

Willy Branchi aveva appena 18 anni quando fu ritrovato senza vita, il corpo nudo e martoriato dalle sevizie, sulle rive del Po a Goro, nel Ferrarese. Molteplici le ipotesi fatte dagli investigatori (dai pedofili alla rapina alle accuse al killer Valeriano Forzati), ma da allora sono passati trentasei anni e il suo omicidio resta un giallo.
A cura di Biagio Chiariello
0 CONDIVISIONI
Willy Branchi
Willy Branchi

Willy Branchi aveva 18 anni quando fu ritrovato senza vita sulle rive del Po a Goro, provincia di Ferrara, ucciso da ignoti nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1988. Sul suo corpo i segni evidenti delle sevizie subìte.

Per quel brutale assassinio fu accusato Valeriano Forzati, passato agli onori delle cronache come "il lupo di Mesola" per aver ucciso quattro persone nel night club ferrarese "Laguna blu". Ma i giudici stabilirono che non c'entrava nulla con l'omicidio di Willy e per questo fu assolto.

Poi nel 2015, il fratello della vittima, Luca Branchi, ricevette una lettera anonima: 74 righe scritte in stampatello che puntano il dito sulla figura di un 60enne con numerosi di precedenti penali.

Potrebbe essere lui la persona sulla quale si concentra l'attenzione della Procura ferrarese che sostiene di poter riaprire il caso: c'è il nome di un nuovo indagato per il delitto.

L’omicidio irrisolto di Willy Branchi e il ritrovamento del cadavere

All'alba del 30 settembre 1988, il corpo di Vilfrido Luciano Branchi detto ‘Willy' fu rinvenuto sotto l'argine del fiume Po, che traccia un solco tra l’Emilia-Romagna e il Veneto, a Goro.

Ucciso, come accertato dall'autopsia, con una pistola utilizzata per abbattere i maiali: accanto al cadavere, completamente nudo, c'era solo un portafoglio (svuotato). Sul corpo i segni di una barbarie inenarrabile: la faccia martoriata, lividi ovunque, un foro sotto lo zigomo sinistro.

Willy, affetto da un deficit cognitivo, noto a tutti come "il gigante buono" per il suo metro e novanta di altezza, aveva appena 18 anni.

Le indagini e i primi sospetti su Valeriano Forzati

A finire a processo per l'omicidio di Goro fu un plurigiudicato della zona, Valeriano Forzati, vicino alla Mala del Brenta.  L’uomo, accusato di aver compiuto una strage in un night club, fu però assolto da ogni imputazione (morendo qualche anno dopo in un agguato in Argentina).

La vicenda di Willy venne così archiviata. Per una prima svolta bisognerà attendere al 2014 grazie alle parole di un sacerdote: si tratta di don Tiziano Bruscagin, che all'epoca avrebbe detto al maresciallo incaricato delle indagini di sapere chi aveva ammazzato il ragazzo, per poi finire a sua volta sotto processo per calunnia, condannato in primo grado e poi assolto in appello con sentenza diventata definitiva perché non impugnata in Cassazione.

La stessa procura nel 2019 ha poi iscritto nel registro degli indagati due fratelli mentre altre otto persone sono indagate per aver detto il falso durante le indagini iniziali: sin dal primo momento, infatti, alcune persone a Goro cercarono di coprire l’agghiacciante verità sulla fine del 18enne.

Immagine

Le altre piste: dai pedofili alla rapina

Una delle ipotesi vagliate dagli inquirenti è che la vittima possa essere finita in una rete di pedofili che organizzava ‘festini' in cui minori di estrazione popolare venivano offerti anche nomi di spicco della zona in cambio qualche regalo (qualche spicciolo o vestiti firmati).

Secondo quanto emerso le vittime venivano abusate ripetutamente e frustate nell'ambito di giochi sadici messi in scena per soddisfare il piacere dei partecipanti. In questo nuovo quadro, Willy sarebbe stato ucciso perché si era rifiutato di prestarsi a queste pratiche abbiette.

Ma neppure le piste della droga (il 18enne forse fu usato per consegnare partite di stupefacenti) e della rapina sono state escluse. Ed è proprio di questi ambiti che parlerebbe la lettera anonima indirizzata al fratello del 18enne nel 2015.

Immagine

La lettera anonima arrivata al fratello Luca

La lettera in questione fa esplicito riferimento al nome di un 60enne con precedenti di Oca Marina, comune non lontano da Goro. Un “soggetto ritenuto molto pericoloso“, “tossicodipendente” e “con diverse patologie psichiatriche”, scrivono i giornali locali.

Quella missiva da' lo spunto ad investigatori e familiari di installare quattro cassette postali in giro per il paese per ricevere segnalazioni "anche in forma anonima" da parte di eventuali testimoni.

Allo stesso tempo, negli anni le forze dell'ordine hanno provato ad arrivare al nome dell’autore di quella lettera con l'obiettivo di dare una vera svolta a questa terribile vicenda che a distanza di 36 anni è ancora un mistero.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views