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Lodo Mondadori, De Benedetti passa alla cassa. Come si muoverà il Cavaliere?

Tra una decina di giorni la Cir potrebbe presentarsi davanti alle banche per chiedere l’erogazione del risarcimento. I tempi sono strettissimi e gli uomini di Berlusconi stanno cercando di limitare i danni.
A cura di Alfonso Biondi
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Guerra di Segrate

De Benedetti vuol passare alla cassa. A seguito della sentenza della Corte d’Appello di Milano, i legali dell'ingegnere hanno avviato le procedure per la riscossione del copioso risarcimento (560 milioni di euro), richiedendo alla cancelleria della seconda sezione civile Corte la copia originale della sentenza. E per Berlusconi il tempo stringe. Già, perché tra una decina di giorni De Benedetti e i suoi potrebbero chiedere l'erogazione della somma al pool di banche (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps e Popolare di Sondrio), che hanno prestato alla holding di casa Berlusconi una fideiussione di 806 milioni.

Berlusconi resta ancora in silenzio. I mercati, si sa, hanno orecchie molto sensibili e per il Cavaliere non è proprio il caso di fare dichiarazioni avventate senza aver prima deciso quale strategia adottare. E le ipotesi al riguardo sono sempre le stesse: passare per il Parlamento o cercare di far sospendere l'esecutività della sentenza tramite qualche invenzione dei suoi avvocati. O, in alternativa, pagare.

IMPROBABILE UN PASSAGGIO IN PARLAMENTO- Come abbiamo già detto, il tempo a disposizione è poco- non più di una decina di giorni- e, nonostante alcuni e esponenti della maggioranza abbiano già annunciato un ddl sulla sospensione dell'esecutività di sentenze civili di questo tipo, passare per il Parlamento richiederebbe sicuramente tempi lunghi. Per quando il provvedimento sarà pronto, De Benedetti potrebbe aver già riscosso il risarcimento. Nel caso una norma del genere arrivi sul tavolo del Consiglio dei Ministri, non è poi da escludere che venga fuori lo stesso malumore emerso quando una manina galeotta infilò nella manovra finanziaria la cosiddetta norma salva Finivest.

CHIEDERE LA SOSPENSIONE DELL'ESECUTIVITA' AI GIUDICI- In teoria, richiederebbe tempi lunghi anche l'altra strada, quella che porta alla richiesta della sospensione dell'esecutività della sentenza. La richiesta andrebbe infatti inoltrata ai magistrati milanesi dopo aver depositato il ricorso in Cassazione. Abbiamo detto "in teoria" perché in pratica il ricorso alla Suprema  Corte potrebbe anche essere depositato in tempi brevissimi per poi scattare velocemente davanti ai giudici della Corte d'Appello, richiedere la sospensione dell'esecutività del risarcimento e chiedere che, nei 15 giorni successivi necessari alla fissazione di un’udienza per discutere la richiesta, venga congelato il versamento da parte delle banche; il tutto senza ascoltare il parere degli avvocati Cir. L'ipotesi pare un po' remota. Improvvisare il ricorso in Cassazione potrebbe inoltre compromettere la sentenza della Suprema Corte per quanto riguarda l'ultimo grado di giudizio.

PAGARE TUTTO E SUBITO- L'ultima ipotesi è quella di pagare alla Cir i 560 milioni. Si tratterebbe di un pagamento che avverrebbe senza fideiussione, cioè senza dover lasciare alle banche milioni di euro di interessi. Pagare subito significherebbe poi avere tutto il tempo necessario per studiare e depositare il ricorso in Cassazione. Al momento, forse, è proprio questa la strada più percorribile, considerando anche il fatto che Mediaset ha le risorse per far fronte ad un esborso del genere.

I TITOLI IN BORSA- Sulla storia, però, c'è ancora grande incertezza e lo dimostra l'andamento dei titoli delle due società , entrambi in caduta. Per quanto riguarda i titoli di casa Berlusconi, ieri Mediaset ha fatto segnare un ribasso del 3,82% e anche Mondadori ha perso il 4,51%. Il titolo Cir ha subito una perdita del 7,21%, confermando quindi che sulla faccenda neanche i mercati hanno le idee chiare.

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