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Covid 19

Locatelli: “Scuola è priorità, saranno fatti tutti gli sforzi per mantenerla aperta”

L’epidemia in Italia è in “rapido peggioramento” e compatibile con uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso uno scenario di tipo 4. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Brusaferro: “Rt a livello nazionale ancora in crescita anche se è della settimana e quindi non tiene conto delle nuove misure”.
A cura di Susanna Picone
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"L'epidemia sta correndo significativamente in tutti i paese europei, in Germania ci sono molte regioni in difficoltà e il Paese sta adottando misure molto simili al nostro". Così il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha aperto la conferenza stampa odierna sull'analisi della situazione epidemiologica in Italia. Brusaferro ha fornito dati aggiornati al 25 ottobre: si registrano in Italia 280 casi per 100mila abitanti. I numeri di nuovi positivi sono in crescita in tutte le regioni. L'età mediana dei contagiati è stabile, ma si registra un aumento dei casi in tutte le fasce di età: ciò vuol dire che non si ammalano per lo più i giovani come succedeva ad agosto, ma anche le fasce di età più anziane cominciano a essere nuovamente colpite e sono quelle che hanno maggior rischio di mortalità. "Le fasce di età più colpite sono quelle giovanili ma anche quelle più anziane cominciano ad essere colpite", ha spiegato Brusaferro. Per quanto riguarda l'età media dei deceduti, resta superiore agli 80 anni: le persone decedute con meno di 50 anni sono l'1 percento di tutti i decessi e in gran parte dei casi si trattava di pazienti con altre patologie.

Rt 1,7 a livello nazionale

"Oggi censiamo un Rt a livello nazionale ancora in crescita anche se è della settimana e quindi non tiene conto delle nuove misure. Rt viaggia intorno a 1.7", ha detto in conferenza stampa il presidente dell'Istituto superiore di sanità. Tutte le regioni hanno un Rt superiore a 1. "Il quadro che emerge è in peggioramento, siamo in uno scenario compatibile con lo scenario 3 e andiamo verso lo scenario 4, già raggiunto in alcune regioni. È una situazione grave che si traduce in alcune criticità in alcune regioni dove non è facile garantire il tracciamento. Si conferma pertanto una situazione "complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane". Per contrastare questo tipo di curva accanto ai provvedimenti presi è importante ridurre le interazioni fisiche, dobbiamo fare in modo che la circolazione sia contenuta. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che violare le famose regole che ci accompagnano da mesi comporta un rischio".

Brusaferro sulle restrizioni: "Non c'è bacchetta magica ma monitoraggio continuo"

"Non c'è una bacchetta magica ma un monitoraggio stretto, continuo, che permette di confezionare la ricetta settimana per settimana", ha detto Brusaferro rispondendo a una domanda sulle misure da adottare in un Paese che viaggia verso lo scenario 4. "Gli effetti del nuovo Dpcm li vedremo entro la fine della prossima settimana, entro i famosi 15-20 giorni", ha quindi aggiunto.

Locatelli: Presto 100.000 tamponi rapidi al giorno

"Vorrei ricordare il ruolo fondamentale che devono giocare i medici di medicina generale. Loro sono al centro di questo percorso assistenziale, a loro il ringraziamento per essersi resi disponibili ai tamponi antigenici rapidi, ma va anche richiamato l'appello a diventare l'elemento fondante e centrante del modello di gestione in questa fase. Quanto più riusciremo a mantenere i malati a domicilio tanto minore sarà il sovraccarico sui pronto soccorso e i presidi ospedalieri". È quanto ha invece sottolineato durante il punto stampa il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. Locatelli ha ricordato che dalla prossima settimana l'obiettivo è di svolgere 100mila tamponi rapidi al giorno.

Locatelli: "Saranno fatti tutti gli sforzi per tenere scuole aperte"

Locatelli ha risposto a una domanda sulla scuola affermando che "ha rappresentato una priorità" e "saranno fatti tutti gli sforzi per mantenerla aperta perché sappiamo bene come chiudere l’anno scolastico in primavera abbia impattato negativamente sui ragazzi". Ovviamente sarà necessario qualche adattamento, come ad esempio la didattica a distanza per le superiori che potrà anche avere delle connotazioni territoriali particolari. Locatelli ha comunque ricordato che la scuola contribuisce in maniera minore e marginale rispetto ad altri contesti. Il dato dei contagi a scuola la settimana scorsa era del 3.8 percento.

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