“Lo zio Danish e i miei nipoti l’hanno uccisa”: il papà di Saman Abbas cambia versione sull’omicidio
"È vero che Saman è morta e che è stata uccisa. Ma è anche vero, che non è stata uccisa da una sola persona: quella sera ce n’era più di una. Come ha fatto Danish a fare quella buca da solo? Ha usato due badili? C’era qualcun altro: due o tre persone".
A parlare è Shabbar Abbas, il papà di Saman, la 18enne di origine pakistana uccisa tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara, e condannato all'ergastolo per l'omicidio in primo grado insieme alla moglie Nazia Shaheen, latitante fino a ieri, venerdì 31 maggio, quando è stata arrestata in Pakistan.
Shabbar lo scorso 19 aprile ha parlato in carcere a Modena, in presenza del pm e dei suoi avvocati, raccontando una versione dei fatti inedita rispetto alla morte della figlia 18enne. Dichiarazioni che sono state trasmesse ieri in esclusiva nel corso della puntata di Quarto Grado in onda su Rete Quattro.
L'uomo ha contestato la sentenza di primo grado, che ha condannato a 14 anni di reclusione anche lo zio di Saman, Danish, ha assolto i cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanulhaq: ed è proprio contro questi ultimi che si è scagliato Shabbar, accusandoli di aver commesso il delitto insieme al primo. Ai magistrati, Abbas ha raccontato che lui aveva solo ordinato una spedizione punitiva nei confronti del fidanzato della figlia, Saqib.
"Io avevo detto di non picchiarlo forte, in modo da non far arrivare l’ambulanza, ma solo di picchiarlo per fargli paura. Quando ho chiamato Danish lui mi ha detto che sarebbero andati tutti e tre: lui, insieme ai cugini di Saman, Ijaz e Nomanulhaq", ha detto Shabbar. Alla domanda: "Sono stati tutti e tre, a uccidere sua figlia?", lui ha risposto: "Sì: ho capito subito fossero stati tutti e tre".
Quando gli è stato fatto notare che quando era latitante è stato convinto di non dire e non fare niente, ma ora è libero di parlare, ha replicato: "Fino ad adesso penso di aver salvato mio figlio. Il papà di Ikram, suo zio, è tutta gente pericolosa. Sono persone molto pericolose. Mi dicevano: “c’è tuo figlio, te n’è rimasto uno, non accusare nostro figlio…". Dunque, sarebbe stato minacciato. Neanche la moglie c'entrerebbe col delitto: "Lei non ha ucciso Saman. Una madre piange sempre per sua figlia. Adesso non viene in Italia, ma basterebbe una mia parola e lei arriverebbe qui".
Shabbar Abbas ha concluso la sua deposizione affermando: "Io voglio solo giustizia, per mia figlia. Rimango in carcere, non c’è problema, tanto fuori non ho più niente. Quando sento in televisione che io e mia moglie abbiamo ammazzato nostra figlia, mi fa molto male".