Il vulcano Stromboli ora fa paura, sale livello d’allerta: si temono nuove eruzioni
Aumentato il livello d'allerta per lo Stromboli dopo l'eruzione dell'altro ieri, che fa da seguito a quella dell’inizio del mese di luglio durante la quale un turista ha perso la vita. Il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio di allerta per il vulcano nelle isole Eolie dal livello giallo ad arancione e l’attivazione della fase operativa di ”preallarme”, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di emergenza per l’isola di Stromboli. Il divieto di navigazione è stato esteso a due miglia dalla Sciara del Fuoco. La decisione è stata adottata alla luce delle valutazioni emerse durante la riunione con i Centri di competenza, il Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana e acquisito il parere della Commissione grandi rischi, riunitasi oggi a Roma. Intanto la pioggia di cenere è diminuita dopo che la scorsa una sequenza esplosiva dall'area centro-meridionale ha determinato la ricaduta di materiale piroclastico su Ginostra, ma il vulcano continua a farsi sentire con cupi boati.
"Continua l'eruzione con colate laviche incandescenti che scendono lungo la sciara del fuoco”, si legge nel bollettino diramato dalla sala operativa dell'Ingv. Il sindaco Marco Giorgianni ha esteso a due miglia e prorogato – tramite ordinanza – il divieto di navigazione e sbarco a Stromboli e a Ginostra per tutti i mezzi nautici non di linea. Nei due porti dell'isola delle Eolie potranno attraccare regolarmente solo gli aliscafi e i traghetti di linea. “Il nostro livello di attenzione è alto, non possiamo prevedere nulla per il futuro, neanche escludere possibili nuove esplosioni. Lo Stromboli è un vulcano in attività da millenni. Quella di questi giorni sembra essere una delle sue fasi più vivaci degli ultimi cento anni”, spiega, Eugenio Privitera, direttore dell'osservatore etneo dell'Ingv. Tutto è cominciato il 3 luglio scorso “quando lo Stromboli si è manifestato nuovamente con un'attività parossistica che ha generato un colonna di cenere che si è innalzata in cielo per chilometri. C'è stata anche una ricaduta di materiale incandescente che ha provocato numerosi incendi”. “Si sono così create due nubi ardenti che hanno ripercorso la sciara del fuoco e si sono riversate in mare, e un trabocco lavico nei giorni successivi”.