Lo strazio della mamma di Michele Cilli: “Basta omertà, voglio piangere sul corpo di mio figlio”
"Adesso voglio piangere sul suo corpo. Chiedo solo questo", è l'ennesimo straziante appello della mamma di Michelle Cilli, il ragazzo di 24 anni svanito nel nulla lo scorso gennaio a Barletta e che, secondo gli inquirenti è stato ucciso a sangue freddo e fatto sparire la sera stessa della scomparsa. Un appello ancora più drammatico alla luce dei due arresti effettuati ieri dalla polizia di Andria nei confronti di due persone accusate di omicidio volontario e occultamento di cadavere. "Sentivo che era successo qualcosa di grave, non sentivo più il battito del cuore di mio figlio. Ai due indagati non mi sento di dire nulla, se non che pagheranno per quello che hanno fatto a mio figlio" ha dichiarato a La Presse Maria Comitangelo che da tempo ormai si era rassegnata a non poter rivedere più vivo il figlio e ora chiede con voce ancora più alta di potergli almeno dare degna sepoltura.
La mamma di Michelle Cilli così come gli inquirenti della procura pugliese si sono ritrovati davanti a un muro dei omertà fin dai primi giorni delle indagini sulla scomparsa del giovane e che purtroppo prosegue anche oggi dopo gli arresti. Una omertà che ha reso difficilissimo ricostruire i fatti e le ultime ore di vita del 24enne e ora sta rendendo ancora più difficile trovare il suo corpo. "Alla città di Barletta mi sento di dire una sola cosa: che non capiti a nessuno quello che è successo a me. Quello che ha subito mio figlio è stato atroce" ha dichiarato la donna ormai distrutta dal dolore che solo una mamma che perde un figlio può capire .
Secondo il procuratore di Trani,Renato Nitti, tra Cilli e uno degli arrestati vi erano stati dei dissapori e la vittima era stata minacciata di morte Per gli inquirenti, Michele Cilli è stato ucciso, poi il suo corpo sarebbe stato distrutto e forse gettato in mare. Le indagini andranno avanti anche nei prossimi giorni con perquisizioni e perlustrazioni che dovranno fare luce anche su chi sapeva e ha taciuto. "Michele non era così come veniva descritto: indossava una maschera che non gli apparteneva. Quando lo rimproveravo, piangeva. Negli ultimi periodi avevo provato a parlargli e adesso mi spiego il perché delle sue lacrime: non poteva farlo, non voleva darmi preoccupazioni, ma aveva desiderio di farlo" ha raccontato la madre.