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Pubblichiamo di seguito la lunga lettera che ci ha scritto una ragazza di Viterbo a proposito della sua esperienza nel mondo del lavoro, nello specifico in quello della scuola.
La lettera a Fanpage.it
Sono una giovane insegnante laureata con il massimo dei voti e con la presente vorrei rendervi partecipi della situazione insostenibile che noi docenti precari viviamo ogni giorno, grazie anche e soprattutto alla recente riforma dei 60 CFU che ha screditato definitivamente il nostro ruolo.
Fino a poco fa per insegnare erano richiesti, oltre la laurea, i 24 CFU che tutti noi ci siamo impegnati a conseguire, anche sostenendo esami dopo la laurea che andavano pagati a parte in quanto corsi singoli. Poi l'inserimento in graduatoria, l'acquisizione di certificazioni, il conseguimento di master, l'inizio delle supplenze con pagamenti che puntualmente ritardano, insegnanti precari AL PARI dei colleghi di ruolo lasciati senza stipendio anche per tre mesi o più.
Poi la riforma dei 60 CFU, una vera e propria beffa alla nostra professionalità e competenza, perché ci tengo a sottolineare che siamo persone competenti e preparate, pronte per insegnare. La confusione iniziale sui 30, 36 e 60 CFU è stata ed è tuttora disarmante, per non parlare degli oltre 2500 euro che dobbiamo pagare per fare un corso a numero chiuso concentrato in tre mesi con tanto di tirocinio, dopo due anni di insegnamento. Anni buttati, dunque, visto che devo continuare a lavorare gratis. E questo non dà accesso al ruolo, serve per rimanere precari ma con possibilità di lavorare, a discapito di chi questo percorso non può permetterselo economicamente.
A tal proposito, ho appena pagato una salata rata all'università per i 60 CFU ma sto ancora aspettando i soldi dell'indennità di maternità fuori nomina, dunque non percepisco stipendio da giugno. Ma va bene così. E i 24 CFU? Da decreto vanno riconosciuti tutti, invece la maggior parte delle università ne riconosce quanti vuole, 12, 15, 17 allungando il percorso, sotto l'indifferenza generale di uno Stato che dovrebbe tutelare i suoi insegnanti anziché spingerli ad abbandonare questo mestiere. Perché è quello che state facendo. E voi dovreste essere consapevoli dell'importanza dell'istruzione e della pericolosità dell'ignoranza ma forse è più semplice fare selezione sulla base economica che sulle competenze di un bravo docente. Che cosa richiederete ancora ai giovani docenti precari che non avete già richiesto? Che cosa succederà domani mattina, che altro aggiungerete ancora? Non bastava l'incertezza del precariato, il non sapere se il giorno dopo si lavora o no, l'essere trattati sempre da "supplenti"? Evidentemente no. Dobbiamo pagare, pagare e ancora pagare per raggiungere un obiettivo che è sempre più irraggiungibile, con le università che riconoscono CFU come fosse una tombola, sotto l'indifferenza di uno Stato che tutela tutti, anche studenti e genitori che aggrediscono verbalmente e fisicamente i docenti. Uno Stato che tutela tutti, tranne i docenti.