Lo Stato italiano ha iniziato a produrre cannabis medica a livello industriale

E’ cominciata ufficialmente la fase della produzione industriale vera e propria della cannabis farmacologica. Come evidenzia il Corriere della Sera, nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze sono state portate 80 talee di canapa prelevate dalla sede distaccata di Rovigo del Centro di ricerche per le colture industriali. “Si parte con una serra di 25 metri quadrati , grazie alla quale potremo ricavare un quantitativo di 50 chilogrammi per il primo anno — spiega il colonnello Antonio Medica, direttore dello Stabilimento che fa parte dell’Agenzia Industrie Difesa — . Entro fine aprile avremo in coltivazione circa 250 piante con un ingresso graduale”.
Quello di Rovigo è l’unico centro in Italia autorizzato e in grado di produrre cannabis a uso medico in ambiente indoor. Se si considera che il Ministero della Sanità ha stimato il fabbisogno nazionale di cannabis terapeutica in 100 chilogrammi l’anno, quella che sarà prodotta nello stabilimento di Firenze non sarà sufficiente per adesso. “Come tipo di varietà, iniziamo con l’analogo del bediol — dice il colonnello Medica —. La nostra si chiama FM2, che sta per “Farmaceutico militare 2” perché due sono i principi contenuti: circa il 5-6% di Thc (tetraidro-cannabinolo) e altrettanto di Cbd (cannabidiolo). L’altra varietà che coltiveremo, simile al bedrocan importato dall’Olanda è chiamata FM19, dove il numero 19 indica la concentrazione minima di Thc che si troverà all’interno”.
Il primo raccolto della produzione industriale dovrebbe essere pronto entro giugno. A quel punto saranno effettuati i controlli di natura chimica (titolo dei principi attivi, se ci sono sostanze secondarie non consentite) e microbiologica perché trattandosi di un prodotto ad uso medicinale bisogna garantire che non ci siano batteri, muffe o virus. Eseguita questa fase, la cannabis per uso medico sarà distribuita alle farmacie che ne faranno richiesta. “Ci stiamo confrontando all’interno del Gruppo di lavoro interministeriale — aggiunge il colonnello Medica—. Quando saremo pronti faremo noi una segnalazione per il tramite del ministero, perché ci devono dare le varie richieste da parte delle Regioni in modo tale da distribuire il prodotto capillarmente a tutti senza fare punti di concentrazione a vantaggio dell’uno o dell’altro”.