“Mi sono risvegliato una mattina, a ventisette anni, che non camminavo e perdevo urina. Nel giro di un mese arriva la diagnosi: Sclerosi Multipla in stadio avanzato.”
Ivan Cottini è un ex modello e ballerino di 33 anni, vive ad Urbania (nelle Marche) ed oggi ha uno sfogo da lanciare. Ha iniziato a frequentare gli ospedali nel 2013 scoprendo di avere la Sclerosi Multipla, ma il peggioramento clinico, purtroppo, negli anni gli ha fatto perdere il controllo del corpo ma anche i sogni di modello e la fidanzata di una vita. Al tempo stesso, però, la malattia lo ha reso un uomo migliore, in grado di apprezzare la semplicità.
“Ho anche tentato di farla finita e sono stato sorvegliato costantemente. Io perdevo velocemente il controllo del mio corpo e chi mi stava attorno piangeva sempre. Poi però, durante il lungo ricovero iniziale, ho deciso di ritornare ad essere il protagonista della mia vita: non voglio più stare fermo ad aspettare.”
Così, Ivan ha organizzato una grande festa dentro l’ospedale (rischiando di esser buttato fuori…) e nei mesi successivi ha ritrovato anche l’amore: “una pazza che ha accettato il mio status”. Da questa storia nasce Viola, sua figlia.
“È anche grazie a mia figlia che ho iniziato a sfidare la malattia mostrando al mondo che si può affrontare tutto con la testa. Ho affrontato i grandi dello sport con imprese al limite, ma soprattutto ho scoperto la danza e, così, sono diventato il primo malato al mondo che pratica il ballo in queste condizioni.”
È proprio per sua figlia che Ivan ha realizzato un calendario con dodici scatti che li ritraggono insieme. Si chiama "Tutto l'amore di un padre" e il ricavato andrà a finanziare una struttura per disabili ad esordio infantile in Etiopia, attraverso l'associazione "Gena Zare". Un'idea nata da un amico dell'ex modello:
“Ho accettato per poter raccontare in stile fiabesco questi miei trent'anni di vita a mia figlia. In ogni scatto ripercorriamo un’emozione che ho vissuto. E poi nello scatto più bello ho realizzato il sogno più grande, quello di camminare con mia figlia: per farlo metto ogni giorno in pericolo me stesso andando sotto tre metri d’acqua.”
In tutto questo, Ivan balla quasi tutti i giorni, anche quando le sue condizioni non lo permettono. E pensare che da giovane era uno di quelli che "in discoteca stavo dritto come un attaccapanni"! Questo, inevitabilmente, ha portato anche le persone che lo amano ad allontanarsi da lui. Lui che, nonostante tutto, va avanti al punto che in TV è stato più volte nel programma "Amici" di Maria De Filippi per spiegare come la danza sia importante per lui.
"Il vero problema sarà quando, tra qualche anno, non potrò più farmi male ballando… Ma quest’anno punterò tantissimo sulla danza proprio perché, da quello che prevedo, sarà il mio ultimo anno in cui avrò una buona padronanza del corpo. Ad ogni modo ho tanti progetti in testa da portare avanti e gli ultimi riconoscimenti mi hanno dato una grande spinta. Voglio vivere alla giornata."
Per la bontà del messaggio propositivo che cerca di portare in giro, soprattutto nelle scuole, Ivan Cottini ha ricevuto l’onoreficenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, concessione motu proprio dato che ha meno di 35 anni (perciò, in via eccezionale).
Il ragazzo ha sempre lottato affinché la sua storia fosse la dimostrazione che si può aspirare al meglio e combattere, oltre i propri limiti e oltre qualsiasi handicap: “bisogna puntare alle stelle ogni giorno”, dice. Purtroppo però non tutti sono dalla sua parte:
"Alle volte penso che vorrei ritirarmi come artista. Ricevo tanto schifo, molte persone che amo non appoggiano più ciò che faccio. Più ballo e più mi ritrovo da solo, elogiato soltanto dal pubblico di Facebook e da persone che nemmeno conosco. Ho un rapporto disastroso con mia figlia e i miei genitori danno la colpa a me che ci passo poco tempo e che son preso da queste ‘cazzate' (riferito alla danza e agli allenarmi quotidiani). Purtroppo non hanno mai visto il mio danzare come un modo di urlare che non sono malato, come un vincere sulla malattia e soprattutto non badano allo stato psicologico migliorato. Sono solo fermi al rischio che mi faccio male, alle lacerazioni che mi procuro e al tempo che ci perdo."
La cosa che rincuora, però, è che in mezzo a tanti commenti di odio e intolleranza sul web, di chi sostiene che un malato dovrebbe star chiuso in casa e non "esibirsi" (magari, accusandolo anche di lucro), ci sono tantissime persone che supportano Ivan e che, magari, proprio da Ivan si son visti cambiare la vita.
"Ad esempio c'è una ragazzina di sedici anni, anche lei in carrozzina, che ha iniziato a ballare dopo aver conosciuto la mia storia e ne ha tratto grandi benefici psicofisici. Spero di incontrarla e conoscerla molto presto! Noi ‘malati' abbiamo bisogno di supportarci e incoraggiarci a vicenda, perché la malattia non può e non deve averla vinta."