Lo sfogo del primo sospettato di Brindisi: “Ora ho paura, pretendo scuse”
Oltre dieci giorni dopo l’attentato di Brindisi costato la vita ad una studentessa di 16 anni, Melissa Bassi, le indagini sembrano, dopo un’iniziale accelerata, ricominciate da capo. Solo qualche giorno fa è stato diffuso il video integrale del maggiore sospettato della bomba alla Morvillo-Falcone, video nelle mani degli investigatori dal quale si spera di riconoscere il colpevole e, probabilmente, i suoi complici. Già nei giorni immediatamente successivi ai fatti la “cattura” del mostro sembrava però quasi fatta quando un uomo, ritenuto il possibile attentatore, era stato fermato e interrogato. Poi questa persona è risultata assolutamente estranea alla vicenda ma, a suo dire, questa storia gli ha cambiato la vita.
Oltre al linciaggio mediatico ho rischiato quello fisico, ho saputo che mi aspettavano sotto casa. Chiederò il risarcimento a chi ha divulgato il mio nome. Accetto lo sbaglio ma pretendo le scuse, scuse da chi rappresenta la città non mi sono ancora arrivate.
Parole dure da parte dell’iniziale sospettato che, dagli studi di Matrix, ha parlato della sua vita all’indomani della vicenda che l’ha suo malgrado coinvolto. Dice di aver paura, di non uscire più e di ricevere continuamente delle minacce. Poi racconta come, quel tragico sabato mattina, ha appreso la notizia dell’esplosione alla Morvillo-Falcone: “Mi sono svegliato con il colpo dell’esplosione, sentivo le sirene e ho capito che era successo qualcosa di grave. Ho saputo della bomba dal Televideo”. Dice che quel pomeriggio aveva appuntamento in un negozio vicino alla scuola e che mai avrebbe potuto immaginare di venire accusato del fatto.
[quote|left]|Ho paura perché può esserci qualche scheggia impazzita che possa pensarmi ancora colpevole.[/quote]“Il danno ormai è stato fatto” – L’uomo racconta che la sua grande preoccupazione non era quella di essere arrestato quanto piuttosto temeva la malagiustizia: “C’è stata la fretta nel voler prendere quanto prima qualcuno. Si doveva trovare comunque subito il mostro, è stata una cosa molto rapida e proprio per la gravità del fatto le cose dovevano andare con razionalità”. La rabbia dell’uomo è destinata poi, non solo alla giustizia che ha sbagliato ma anche alla gente perché, a suo dire, avrebbe rischiato il linciaggio da parte di chi lo riteneva già il colpevole. E allora ecco l’appello e le richieste di scuse: “Io chiedo cautela a tutti, ai giornalisti, agli inquirenti, alla gente”. Dopo Brindisi dice di aver subito sconvolgimenti nella famiglia, nella vita sociale e nel lavoro e che ci sono, ancora, grandi pregiudizi nei suoi confronti. Ha paura, insomma, che un errore della giustizia possa effettivamente aver distrutto la sua vita.