Chi è Alessandro Parini, l’italiano ucciso a Tel Aviv: la conferma del ministro Tajani
Un italiano è morto questa sera a Tel Aviv in seguito ad alcuni attacchi registrati in città che hanno provocato anche diversi feriti. La vittima si chiamava Alessandro Parini. Oltre a lui, sono rimasti coinvolti e feriti altri due italiani.
La conferma della morte di un cittadino italiano è arrivata in serata con un tweet del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che cita le autorità israeliane e conferma anche un'altra notizia diffusa dai media locali, ovvero il coinvolgimento di altri concittadini.
"Le autorità israeliane confermano la morte del cittadino italiano Alessandro Parini e riportano il possibile ferimento di altri connazionali nel vile attentato a Tel Aviv. Esprimo ferma condanna contro il terrorismo e vicinanza alle famiglie. La Farnesina è al lavoro", recita il tweet di Tajani.
In merito ai feriti, Tajani al Tg1 ha aggiunto che stanno accertando i loro nomi, ma non sarebbero feriti gravi.
Chi era Alessandro Parini, avvocato ucciso a Tel Aviv
L'uomo ucciso questa sera a Tel Aviv è Alessandro Parini, classe 1987, avvocato di Roma che si trovava in vacanza con altri ragazzi.
Laureato con il massimo dei voti presso l’Università LUISS “Guido Carli” nel 2011, sin dalla pratica legale aveva iniziato a collaborare con lo studio legale internazionale Clifford Chance. Aveva poi continuato a studiare e nel 2019 aveva conseguito il titolo di dottore di ricerca in diritto pubblico presso l’Università di Roma “Tor Vergata”.
Alessandro Parini era arrivato questa mattina con un gruppo di amici a Tel Aviv per una vacanza. Tajani ha detto di aver "parlato con il padre" al quale ha "espresso vicinanza".
Il cordoglio di Tajani e Meloni: "Terrorismo di matrice islamica"
"Condoglianze mie personali e del governo alla famiglia, è difficile parlare con un padre che perde un figlio di 35 anni. Proprio stamane ho parlato con il ministro Cohen per esprimere solidarietà dopo gli attentati degli ultimi giorni. Il rischio di escalation c'è", ha detto sempre Tajani al Tg1 parlando dell'attentato di Tel Aviv.
"L'attentato di questa mattina, quello di questa sera, un terrorismo di matrice islamica che sta alzando i toni dello scontro. Condanniamo fermamente quello che è accaduto, la vittima è un italiano, una vittima innocente, noi non possiamo che usare parole di grande fermezza. L'unità di crisi della Farnesina è a disposizione di tutti i cittadini italiani", ha aggiunto.
Arriva in serata anche il cordoglio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime profondo cordoglio per la morte di un nostro connazionale, Alessandro Parini, nell'attentato terroristico avvenuto in serata a Tel Aviv", si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Meloni e il governo sono in contatto con le autorità israeliane per seguire gli aggiornamenti e l'eventuale coinvolgimento nell'attacco di altri cittadini italiani.
L'attentato a Tel Aviv
A due ore dall'attentato il Magen David Adom, l'equivalente locale della Croce Rossa, ha precisato che il suo bilancio di vittime è di un morto e sette feriti. I feriti sono stati portati in due ospedali: Ichilov (Tel Aviv) e Wolfson (Holon). Un uomo di 74 anni, uno di 39 e una ragazza di 17 anni "sono in condizioni medie" secondo quanto riferito. Gli altri quattro feriti (una donna di 70 anni, un uomo di 50 anni, uno di 31 anni e una donna di 27) "sono feriti in maniera superficiale".
Sul lungomare, da quanto è stato ricostruito, un'auto si è lanciata a gran velocità sui passanti. L'attentatore una volta uscito dall'auto, che si è capovolta, avrebbe anche tentato di sparare sulla folla.
Nell'attentato è morto quello che la polizia ha definito "un assalitore intenzionale". Ancora incerta la sua identità. Secondo quanto riferito dalla televisione pubblica Kan, in un primo momento era apparso che l'uomo fosse un arabo israeliano della città di Kfar Kassem, a nord est di Tel Aviv. Ma quando lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) è andato nella sua abitazione ha scoperto che il sospettato era in casa. Agli agenti avrebbe detto che la sua automobile era stata rubata e che dentro c'erano i suoi documenti. I tentativi dei servizi di sicurezza di verificare la identità dell'attentatore sono dunque ripresi.