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L’Italia vicina al primo cuore artificiale non temporaneo: “Entro 2 anni alternativa al trapianto”

Secondo il cardiochirurgo Gino Gerosa, direttore del centro Gallucci di Padova, tra due anni l’Italia avrà il primo prototipo di cuore artificiale non temporaneo. “Abbiamo i fondi, sarà alternativa al trapianto”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Tempo due anni e sarà pronto il prototipo del primo cuore artificiale completamente italiano. Ad annunciarlo è il cardiochirurgo Gino Gerosa, direttore del centro Gallucci di Padova che da diverso tempo sta lavorando al progetto che potrebbe cambiare la vita di molti pazienti cardiopatici italiani. Secondo il cardiochirurgo, ci sono basi solide per finanziare il progetto e ha raccontato l'idea al Corriere del Veneto. "Nomi non ne faccio – ha affermato – ma posso dire che adesso abbiamo basi finanziarie certe".

La spesa ipotizzata per dare il via a tutto il progetto per la realizzazione dei cuori artificiali è ipotizzata per 50 milioni di euro in 5 anni. "Potrebbe cambiare" ha però specificato al quotidiano. "Il programma è già partito, noi contiamo di arrivare al prototipo in due anni, lo stiamo disegnando adesso".

Secondo il medico, entro due anni sarà la vera alternativa al trapianto. Il cuore artificiale sarebbe destinato ad essere un organo "non temporaneo" e dunque potrebbe essere una soluzione definitiva per i pazienti cardiopatici. Il prototipo italiano non sarà infatti utilizzato per tenere il paziente in vita in attesa di un nuovo donatore, ma sarà trattato come un vero e proprio organo trapiantato, un'alternativa reale alla donazione già prevista con conseguente operazione chirurgica.

Il prototipo dovrà essere silenzioso e andare bene sia per uomini e donne. Gli studi si stanno infatti sviluppando verso un modello "unico" per pazienti di sesso, peso, altezza ed età diverse. Tra due anni, l'alternativa al trapianto potrebbe essere una realtà con un investimento che promette di essere rivoluzionario in campo medico con fondi per oltre 50 milioni di euro in 5 anni. Al primo modello italiano potrebbero seguire diversi altri, con ulteriori aggiornamenti dal punto di vista della tecnologia.

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