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L’Italia ha eliminato la rosolia, non è più endemica: cosa vuol dire e perché sono importanti i vaccini

L’Italia ha eliminato la rosolia, che non è più endemica. Lo ha annunciato la Commissione di verifica regionale dell’Oms. Si tratta di un traguardo importante che mostra ancora una volta il valore protettivo dei vaccini.
A cura di Susanna Picone
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L’annuncio è arrivato nelle scorse ore: l’Italia ha eliminato la rosolia, che non è più endemica nel Paese. A darne notizia la Commissione di verifica regionale (Regional Verification Committee, o RVC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l'eliminazione del morbillo e della rosolia nella Regione Europea.

Si tratta di un traguardo molto importante che mostra ancora una volta il valore dei vaccini nel proteggere le persone da malattie pericolose come la rosolia, che diventa la terza malattia prevenibile con la vaccinazione a essere eliminata dal nostro Paese. Prima della rosolia il vaiolo (eradicato a livello mondiale nel 1980) e la poliomielite (eliminata dalla Regione OMS Europa nel 2002).

L'eliminazione della rosolia in Italia

Ma cosa si intende per eliminazione della rosolia in Italia? A rispondere è l’Istituto superiore della sanità (Iss), che spiega che questo termine si riferisce all’interruzione della trasmissione endemica di una malattia in una determinata area geografica per un periodo di almeno 12 mesi o più in presenza di un sistema di sorveglianza efficiente. Per dichiarare formalmente l’eliminazione della malattia, si richiede documentazione dell'interruzione della trasmissione del virus endemico per un periodo di almeno 36 mesi.

L’Iss sottolinea comunque che, anche se in un Paese viene interrotta la trasmissione endemica di un’infezione, esiste ancora la possibilità che questa possa essere introdotta nel Paese da altre zone geografiche dove non è stata ancora eliminata. Se non vaccinata, inoltre, una persona può acquisire l’infezione recandosi in posti dove la rosolia è ancora endemica.

Pertanto, finché la malattia non sia eradicata, è fondamentale continuare a vaccinarsi contro la rosolia ed è importante soprattutto che le donne in età fertile conoscano il proprio stato immunitario verso la rosolia prima di iniziare una gravidanza e che si sottopongano al vaccino se ancora suscettibili all’infezione.

La sfida per l’Italia ora è mantenere lo stato di eliminazione, che, fino a quando la malattia non sarà eliminata in tutti i Paesi del mondo, richiederà il mantenimento di coperture vaccinali elevate, un ulteriore rafforzamento della sorveglianza e una risposta rapida a eventuali casi importati.

Cos’è la rosolia e quali sono i rischi per le donne in gravidanza

La rosolia è una malattia infettiva esantematica contagiosa causata da un virus a RNA. Si tratta solitamente di una malattia lieve (il 25-50% dei casi è asintomatico) ma diventa molto pericolosa se contratta durante la gravidanza dato che può provocare aborto spontaneo, morte fetale o anomalie congenite con conseguenze devastanti per tutta la vita. La rosolia viene trasmessa da goccioline trasportate dall'aria quando le persone infette starnutiscono o tossiscono: non esiste un trattamento specifico, ma la malattia è prevenibile con la vaccinazione.

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