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L’Italia all’estero è percepita come un Paese meno corrotto

Nella classifica dell’ong l’Italia sale di dieci posizioni rispetto allo scorso anno, passando dal 52esimo al 42esimo posto. Progresso di 14 punti in dieci anni.
A cura di Giacomo Andreoli
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L'Italia viene percepita al livello internazionale come un Paese meno corrotto e sale così di dieci posizioni nella classifica di Transparency International, edizione 2021. Il ranking valuta la reputazione e la trasparenza di 18o nazioni e l'Italia un anno fa era 52esima, con appena 53 punti. Ora ne ha guadagnati 3, arrivando a 56 e raggiungendo il 42esimo posto. Un balzo importante, che dimostra come sia cresciuta la  fiducia mondiale nei confronti del nostro Paese, anche se rimaniamo distanti dalla media europea, a quota 64 punti, con un progresso di 14 punti negli ultimi dieci anni.

L'Italia sale nella classifica di Trasparency

Il risultato raggiunto dal Paese, secondo l'organizzazione internazionale fondata nel 1993, "è frutto della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell'ultimo decennio e fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia".

Il punteggio viene elaborato ogni anno in base alla percezione del fenomeno corruttivo in tutto il settore pubblico, utilizzando 13 diversi strumenti che analizzano il sentiment internazionale e sondaggi per esperti in materia. La scala finale va da 0 a 100, rispettivamente massimo e minimo livello di corruzione percepita. In cima alla classifica ci sono Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda. Tutti e tre hanno totalizzato 88 punti. Nella decade iniziale si trovano poi altri 6 Paesi europei, in ordine: Norvegia, Svezia, Svizzera, Olanda, Lussemburgo e Germania. Meglio di noi, però, oltre a Regno Unito (11esimo), Francia (22esima) e Stati Uniti (28esima), fanno anche Emirati Arabi (al 23esimo posto), Bahamas (30esimo posto) e Costa Rica (40esima). Nelle ultime tre posizioni, infine, si piazzano Somalia, Siria e Sud Sudan.

Corruzione fuori controllo in due nazioni su tre 

Dal quadro generale dell'indagine di quest'anno, però, emerge un dato preoccupante. La maggioranza delle nazioni (circa 2 su 3), ha importanti problemi di corruzione, avendo totalizzato un punteggio più basso di 50, con un evidente rischio di arretrare nella tutela della libertà dei espressione e nella difesa dei diritti umani, essendo quindi in crisi democratica. In questo contesto l'Italia, dove i casi di corruzione continuano ad essere tanti, si colloca appena sopra questo "valore limite", evidenziando ancora criticità nella penetrazione della malavita nel settore pubblico e nella diffusione di accordi illeciti tra cittadini o imprenditori e funzionari dello Stato.

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