L’Iss dice che la variante inglese del Covid non sembra infettare in modo particolare i bambini
"Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, ovvero non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri". È quanto sottolineano gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) in un aggiornamento delle Faq sulle varianti del Sars-Cov-2. Per quanto riguarda le altre varianti del Covid, l’Iss sottolinea che "i dati non sono ancora sufficienti a formulare ipotesi". Rispondendo alla domanda "Le varianti colpiscono in maniera particolare i bambini?", gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità spiegano dunque che finora le varianti più preoccupanti “non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età”.
Faq dell'Iss sulle varianti del Coronavirus
“Fino a questo momento – si legge sul sito dell’Iss nella sezione dedicata alle Faq sul tema delle varianti del Coronavirus – le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età. La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus. In termini di trasmissibilità la variante ‘inglese' manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini. Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri. Per quanto riguarda le altre varianti i dati non sono ancora sufficienti a formulare ipotesi”.
Come funziona il monitoraggio delle varianti Covid in Italia
Sul suo sito l’Iss spiega anche come funziona il monitoraggio delle varianti Covid in Italia. L’analisi viene effettuata dai laboratori delle singole regioni, sotto il coordinamento dell’Istituto superiore di Sanità. L’ECDC raccomanda di sequenziare almeno circa 500 campioni selezionati casualmente ogni settimana a livello nazionale, con le seguenti priorità: individui vaccinati che successivamente si infettano nonostante una risposta immunitaria al vaccino; contesti ad alto rischio, quali ospedali nei quali vengono ricoverati pazienti immunocompromessi positivi a SARS-CoV-2 per lunghi periodi; casi di reinfezione; individui in arrivo da paesi con alta incidenza di varianti; aumento dei casi o cambiamento nella trasmissibilità e/o virulenza in un’area; cambiamento nelle performance di strumenti diagnostici o terapie; analisi di cluster, per valutare la catena di trasmissione e/o l'efficacia di strategie di contenimento dell’infezione. L’Iss ha chiesto in particolare ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus per individuare in particolare la presenza della ‘variante inglese'. Successivamente verrà poi individuata la presenza della variante brasiliana e, se necessario, anche quella sudafricana.