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Lingua Blu, l’infezione che colpisce le mucche getta nel panico gli allevatori

La blue tongue, meglio conosciuta come malattia della lingua blu, irrompe in Veneto, dove sono stati consegnati agli allevatori già 30 mila vaccini, in attesa che arrivino quelli gratuiti dalla Regione. E la situazione rischia di aggravarsi anche a livello economico.
A cura di B. C.
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Sono già 234 i focolai di ‘Blue Tongue’ (Lingua Blue) registrati negli allevamenti domestici in Veneto, con il rischio concreto di determinare notevoli danni al comparto agro-zootecnico: l'allarme è stato lanciato dalla FROV, la Federazione Regionale degli Ordini Veterinari del Veneto, che chiede controlli più capillare per evitare ulteriormente il contagio. Colpisce mucche e altri capi di bestiame e si chiama così perché la  lingua delle bestie diventa tumefatta e cianotica. Gli effetti sono drammatici: gli animali possono morire, senza particolari segni clinici, per asfissia conseguente a un grave edema polmonare, oppure può comparire una febbre alta, fino a 42°, le cui implicazioni possono portare alla morte. Uno dei casi è anche finito in parlamento: è quello del capo infetto alla stella dell’istituto Agroalimentare Duca degli Abruzzi di Padova, dove , con un’ordinanza del sindaco, tutti e 87 i capi detenuti all’Istituto sono stati messi in quarantena.

Agli allevatori sono stati consegnati trentamila vaccini per fronteggiare i focolai del virus della “Lingua blu”. È stato Adriano Toffoli, direttore dell’Associazione regionale allevatori del Veneto, a fare il punto della situazione. “In Veneto sono stati consegnati agli allevatori 30 mila vaccini, in attesa che arrivino quelli gratuiti dalla Regione. Il vaccino è stato fornito alle aziende che avevano l’esigenza di movimentare gli animali, così Arav ha dato seguito a un importante accordo sottoscritto tra l’Associazione italiana allevatori e il Ministero della salute. Il mancato guadagno per gli allevatori è innegabile, vista la restrizione a cui sono soggetti i vitelli”.

La malattia, spiega  il responsabile del Servizio sanità animale dell'Ulss 3 di Bassano, Giampietro Ferronato, “si diffonde solo tra animali, attraverso un moscerino che fa da veicolo al sangue infetto e non ha conseguenze di alcun tipo sul prodotto finale, latte o carne che sia. I bovini vengono colpiti in modo generalmente lieve, mentre per gli ovini (fino al 20% di animali che si ammalano), nei casi acuti appare difficile una via di scampo. Nei prossimi giorni la Regione metterà a disposizione i vaccini per far fronte alla malattia.

“Siamo in prima linea per la tutela degli allevatori – aggiunge il direttore Toffoli – e da tempo svolgiamo un’attenta opera di formazione rispetto alle tecniche da impiegare per rendere gli allevamenti più efficienti. Benessere animale, controlli funzionali e, quindi, efficienza in stalla solo gli strumenti attraverso i quali un allevamento può assicurarsi un futuro al giorno d’oggi. Occorre lavorare in questa direzione per poter competere con un mercato globale agguerrito e, spesso, scorretto, a causa della presenza di Paesi con regole meno attente verso il consumatore e che diffondono prodotti di scarsa qualità e, non di rado, privi di controlli”.

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