L’immunologa Viola: “Attenzione al Covid ma no allarme. Mantenere le mascherine in ospedali ed Rsa”
"Le nuove varianti, come Cerberus, sono più immuno-evasive quindi sarà ancora più facile potersi contagiare, infettare ed avere dei sintomi. Ma l'efficacia dei vaccini è ancora estremamente alta. Lo scenario è di attenzione ma non di allarme. Stop al bollettino quotidiano? Sono d'accordo, ma ciò che reputo sbagliato è eliminare l'obbligo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa".
A parlare a Fanpage.it è l'immunologa e docente ordinaria di Patologia generale dell'Università di Padova Antonella Viola, che ha fatto il punto della situazione Covid-19 in Italia e commentato alcune delle misure decise dal nuovo ministro della Salute, Schillaci.
Dott.ssa Viola, l'Ema ha lanciato nei giorni scorsi l'allarme per una possibile nuova ondata Covid guidata dalle nuove varianti, come Cerberus. A che situazione andremo incontro secondo lei?
"Queste nuove varianti sono più immuno-evasive, cioè riescono ad aggirare ancora di più gli anticorpi indotti dai vaccini e dalle infezioni precedenti, soprattutto quando parliamo di Delta, quindi di chi ha avuto la malattia tanto tempo fa. Questo vuol dire che sarà ancora più facile potersi contagiare, infettare ed avere dei sintomi. Tuttavia, quello che dobbiamo ricordare è che finora non ci sono segnali che facciano pensare che i vaccini non funzionino nei confronti della malattia severa. La loro efficienza è ancora estremamente alta, in particolare del ciclo completo di 3 vaccinazioni, e per chi ha fatto anche il richiamo l'efficacia è ancora maggiore.
Per cui è possibile che ci sia, come avevamo anche previsto, verso novembre e dicembre una nuova recrudescenza dei contagi ma non è detto che questa raggiunga valori altissimi. Potrebbe avere l'andamento dell'ultima ondata che si sta esaurendo in questi giorni. È difficile fare una previsione in termini di diffusione dei contagi, ma possiamo dire che difficilmente avremo una situazione preoccupante come quelle degli anni passati.
A seconda di quante persone faranno il richiamo, avremo una diffusione più o meno ampia dei contagi ma che del resto, a prescindere da altre varianti, ci saremmo aspettati con l'inverno. Io avevo già raccontato a fine agosto che in autunno difficilmente avremmo avuto grossi problemi ma che per l'inverno, un po' per la stagione fredda, un po' per la concomitanza con l'influenza, i numeri sarebbero aumentati. Lo scenario è di attenzione ma non di allarme".
A proposito di vaccini, oggi il presidente Mattarella ha detto che il peggio della pandemia è passato ma senza la vaccinazione avremmo avuti molti morti in più…
"Sicuramente senza i vaccini sarebbe stata tutta un'altra storia. Oggi il peggio è passato non perché il virus sia più buono ma perché siamo vaccinati. In Italia oltre l'85% della popolazione è vaccinata ed è ovvio che possiamo stare tutti più tranquilli nel senso che se anche ci contagiassimo raramente finiremmo in ospedale. Questa va ribadito.
È importante però che facciano la quarta dose le persone dai 60 anni in su oppure chi, anche essendo più giovane, ha fragilità, che può essere anche l'obesità o il diabete. Tutti gli altri possono valutare insieme al proprio medico di famiglia, magari anche di fare il richiamo insieme a quello dell'influenza a novembre. Diciamo che un richiamo annuale sarà forse necessario per molte persone, anche perché non potremo andare avanti a vaccinarci ogni 4 mesi".
Da poco è arrivato l'ok alla vaccinazione dei piccolissimi, il che sta creando non poche polemiche. Cosa ne pensa?
"È consigliatissimo per i bambini fragili, così sono più protetti. Per quanto riguarda tutti gli altri, è una scelta credo personale o comunque del pediatra che conosce il paziente. Io se avessi un bambino di 3/4 anni lo vaccinerei perché sono assolutamente convinta, sulla base dei miei studi e dei fatti, che è sempre meglio la vaccinazione dell'infezione.
Per quanto anche col vaccino il bambino può avere un po' di febbre e malessere, è sempre meno rischioso che prendere un virus che in alcuni casi può far finire in ospedale e far emergere sintomi di Long Covid. Quindi per prevenire qualsiasi tipo di complicazione il mio consiglio è quello di vaccinare. È ovvio però che non siamo più nella situazione di emergenza in cui c'era anche quasi un obbligo morale verso la vaccinazione. Oggi è una scelta che il genitore può fare, facendosi guidare dal pediatra".
La notizia del giorno è però lo stop al bollettino giornaliero Covid che diventa settimanale. È d'accordo con questa misura decisa dal nuovo ministro Schillaci?
"L'avevo detto già in tempi non sospetti, circa un anno fa. Sono assolutamente d'accordo, bisogna uscire da questa comunicazione ansiogena che impedisce a molte persone di vivere serenamente. Penso ad esempio a molti anziani che sono ancora terrorizzati.
Dobbiamo uscire da una situazione d'emergenza per entrare in una situazione di convivenza attenta e vigile ma più serena. D'altronde, chiunque voglia avere informazioni più dettagliate può recuperarle, perché non sono nascoste o secretate. Quello su cui invece non sono assolutamente d'accordo è l'eliminazione delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa".
Perché?
"È proprio sbagliato. Se c'è una cosa positiva che avremmo dovuto imparare dalla pandemia è proprio l'uso della mascherina negli ambiento a rischio, dove ci sono molte persone fragili. Toglierla in questo momento, con il virus del Covid, ma anche con l'influenza ancora in circolazione, è sbagliato. Penso che potremmo anche decidere di tenerla sempre negli ospedali e nelle rsa per tutelare chi è ricoverato".
Secondo lei, a proposito di semplificazione delle misure Covid, si arriverà presto anche all'eliminazione dell'isolamento dei positivi?
"Secondo me sì e per un semplice motivo: molte persone ormai fanno il tampone a casa e non lo comunicano, neanche quindi l'obbligo non ha senso. Ma si deve responsabilizzare, cioè far capire ai cittadini che se si è positivi anche se asintomatici si può contagiare persone fragile che possono anche morire a causa dell'infezione. Quindi è meglio restare a casa, così come chi ha l'influenza. L'obbligo però perde di significato nel momento in cui non dichiariamo la nostra positività ed è ovvio che in futuro sarà sempre più così ma ciò deve essere ccompagnato da comunicazione chiara e rigorosa".