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La morte di Liliana Resinovich

“Liliana Resinovich uccisa quella mattina, il cadavere nascosto: l’orologio è sul polso sbagliato”

Liliana Resinovich picchiata e uccisa da una persona a lei vicina la mattina della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021. È questa l’ipotesi dell’avvocato Nicodemo Gentile che rappresenta il fratello della vittima.
A cura di Chiara Ammendola
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Liliana Resinovich
Liliana Resinovich
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Liliana Resinovich non si è suicidata, ma è stata uccisa la mattina della sua scomparsa da una persona che lei conosceva bene. È questa l'ipotesi avanzata dall'avvocato Nicodemo Gentile che assiste Sergio Resinovich, fratello della vittima, e da Gabriella Marano, Psicologa Consulente della stessa parte che parlano di uno o più aggressori.

In una lunga nota diffusa quest'oggi l'avvocato Gentile si oppone di fatto alla ricostruzione della Procura di Trieste che parla di un gesto estremo da parte di Liliana, scomparsa il 14 dicembre dello scorso anno e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022: morta per asfissia dopo essersi legata al collo un sacchetto di plastica, secondo gli inquirenti.

Una ricostruzione che, spiega il legale della famiglia Resinovich, non tiene conto di numerosi elementi come i segni di percosse riscontrati sul corpo della vittima oltre che di vari dettagli che indicherebbero come il ritrovamento del cadavere della donna sia stato in realtà una messa in scena.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Secondo l'ipotesi del legale, la mattina del 14 dicembre dunque, caricata la lavatrice, fatta la colazione e assunti gli integratori, Liliana sarebbe stata "intercettata, accompagnata o comunque sorpresa da una visita da parte di qualcuno che la ben conosceva. Da qui si sarebbe sviluppata un'accesa discussione, Liliana sarebbe stata percossa e strattonata", forse avrebbe subìto un'occlusione delle vie respiratorie, magari con una sciarpa, un cappello o un giubbotto, "che ha determinato uno scompenso cardiaco". Sarebbero dunque i primi esiti dell'autopsia, che parlavano proprio di scompenso cardiaco, da tenere in considerazione per capire cosa sia accaduto a Liliana.

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin

Sul corpo della donna, trovata avvolta in due sacchi neri e con un sacchetto intorno alla testa, sarebbero inoltre evidenti dei segni di percosse che non sarebbero stati presi in considerazione dalla Procura: "lo dicono con un'evidenza quasi banale la palpebra destra tumefatta – si legge nella nota – il sangue nella radice destra e il trauma nella parte destra della lingua, nonché il colpo ricevuto sulla tempia sinistra ed ancora un segno sul seno, più scuro delle ipostasi, probabilmente un livido, e un piccolo taglio sulle dita di un piede". Liliana sarebbe stata picchiata e poi uccisa e il suo corpo fatto sparire per giorni.

L'avvocato Gentile si concentra infatti su tutti gli elementi che starebbero a indicare una vera e propria azione di staging per quanto riguarda il successivo ritrovamento del cadavere di Liliana che sarebbe stato posizionato lì dove è stato ritrovato solo successivamente. Ad attirare l'attenzione dei famigliari un particolare elemento, l'orologio rosa di Liliana.

“Questo dice, infatti, il dato che sul polso sinistro di Liliana è stato ritrovato un orologio di colore rosa con la corona rivolta al contrario, quindi nel verso sbagliato – spiega il legale – tale elemento è di inconfutabile valore, poiché colui o coloro che hanno riagganciato l'orologio, hanno sbagliato non solo il verso della corona, ma anche il polso. Liliana, com'è facile verificare dalle innumerevoli foto che ritraggono la donna in vari tempi e condizioni della sua vita, indossava infatti sempre l'orologio sul braccio destro".

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)

Il cadavere di Liliana dopo l'omicidio sarebbe stato dunque nascosto, forse sotterrato in un luogo che l'assassino conosceva, così come conosceva bene la vittima. L'ipotesi dell'avvocato è infatti che si tratti di un delitto di prossimità, ovvero commesso da qualcuno vicino alla donna e "non è da escludere la morte come conseguenza di altro reato, ovvero un omicidio preterintenzionale, che poi ha indotto inevitabilmente l'aggressore, o gli aggressori, a dover gestire la fase successiva, vale a dire occultamento del cadavere, probabilmente conservato in qualche gelido anfratto".

Da qui la necessità conclude la nota, su richiesta della famiglia di Liliana, di nominare un ulteriore medico legale che possa analizzare al meglio i dati dell'autopsia quando disponibili gli esiti definiti, in attesa di conoscere le conclusioni delle indagini della Procura.

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