Liliana Resinovich, spunta l’ipotesi del congelamento del cadavere: stesso cibo e medesimi vestiti
Il corpo senza vita di Liliana Resinovich potrebbe essere stato congelato per diversi giorni prima di essere portato sul luogo del ritrovamento in una zona isolata ma non lontano da casa sua, a Trieste. La nuova ipotesi, seppur ritenuta “remota”, spunta dalle carte depositate dal medico legale dopo tutti gli esami post mortem.
La relazione finale della perizia disposta dalla Procura, infatti, elenca anche questa tra le varie ipotesi che potrebbero spiegare il principale mistero che ancora avvolge la scomparsa della 63enne triestina e cioè il tempo intercorso tra la sparizione dalla sua abitazione, che risale al 14 dicembre 2021, e il ritrovamento del cadavere, avvenuto il 5 gennaio scorso.
Secondo la stessa perizia medico legale, infatti, il corpo di Liliana Resinovich presenta elementi che inducono a collocare la sua morte ad appena due giorni prima del ritrovamento. Nella perizia, come riporta Repubblica, viene specificato infatti che sul corpo della vittima sono “praticamente del tutto assenti i segni degenerativi negli organi e soprattutto l’assenza di gas putrefattivi”. Elementi che indicano un decesso sopravvenuto “al massimo entro 48 ore dal ritrovamento”.
Questo però apre nuovi e irrisolti misteri sul caso di Liliana Resinovich. Dove è stata la 69enne in tutto questo tempo mentre tutti la cercavano?
Inoltre la donna, al momento della scoperta del cadavere, era vestita allo stesso modo della mattina della scomparsa, i suoi abiti erano puliti così come i sacchi in cui era infilata.
Non solo, come ultima colazione Liliana Resinovich avrebbe ingerito il medesimo cibo del giorno della sparizione visto che nel suo corpo sono stati trovato solo i resti del caffè e di un’uvetta forse di un panettone, oltre al multivitaminico che assumeva sempre.
Da qui l’ipotesi che il cadavere di Liliana Resinovich possa essere stato “conservato e poi teoricamente congelato” e infine “spostato a gennaio nel luogo del rinvenimento”.
Una ipotesi clamorosa che però andrebbe accertata dalla Procura in base ad altri elementi visto che gli stessi esperti la ritengono “remota” in quanto “non vi sono, allo stato, elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere”.