Liliana Resinovich, perito di Visintin rispolvera l’ipotesi suicidio: “Mancano segni della manovra chokehold”

Dopo essersi opposta all’archiviazione del caso Liliana Resinovich, avanzata dalla procura che aveva stabilito si trattasse di suicidio, la difesa del marito della donna, Sebastiano Visintin, ora rispolvera l’ipotesi del gesto estremo dopo la riapertura del caso e l’iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati per il reato di omicidio.
La tesi del suicidio, infatti, riemerge dal perito di parte incaricato dalla difesa che, dopo aver analizzato le due perizie ordinate dalla procura di Trieste, sostiene che in nessuna delle due viene esclusa l’ipotesi del suicidio anche se nella nuova perizia, condotta dopo la riapertura del caso, è dato più peso all’intervento di terzi nella morte della 63enne, scomparsa il 14 dicembre del 2021 e trovata cadavere il 5 gennaio del 2022.
Le due perizie dei medici legali Costantinides e Cattaneo in effetti sono arrivate a conclusioni opposte sia per quanto riguarda il momento del decesso sia sulle cause ma, secondo il perito di parte, resterebbe un rilevante grado di incertezza sottolineato da entrambi. “Al pari di Costantinides, Cattaneo non esclude la plastic bag soffocation, l’asfissia da sacchetto” ha dichiarato infatti il dottor Raffaele Barisani a “Chi L’Ha visto?”.
Per quanto riguarda le conclusioni di Cattaneo, secondo le quali Liliana Resinovich sarebbe stata uccisa da qualcuno che l’ha presa da dietro con il braccio, nella cosiddetta manovra chokehold, Barisani ritiene che siano smentite da alcuni elementi individuati sul cadavere. “Questo tipo di soffocamento provoca di norma delle petecchie congiuntivali, si formano delle emorragie sottocongiuntivali, nel bianco degli occhi vediamo dei punti rossi, che non sono stati rilevati in Liliana” ha spiegato il perito incaricato da Visintin, aggiungendo: “Il soffocamento da sacchetto invece di norma non determina questo tipo di emorragia”.
Per Barillari quindi è da prendere in considerazione anche l’ipotesi del suicidio con sacchetto. “La persona espira e inspira e il sacchetto si attacca alle vie respiratorie più volte. Procedendo con questa manovra perde i sensi e non ha l’istinto di togliersi il sacchetto dalla testa” sostiene il perito medico legale.
Lo stesso perito in un primo momento però aveva sostenuto che sul corpo vi erano lesioni compatibili con percosse causate da terzi. “Siamo nel campo delle incertezze, con varie possibilità e le cadute potrebbero essere state causate da una caduta” ha spiegato, confermando inoltre che la lesione al collo che ha fatto ipotizzare l’aggressione potrebbe essere stata causata da una manovra errata dopo la scoperta del cadavere. Sul caso di Liliana Resinovich “Molte cose sono ancora da chiarire, l’unica soluzione è una perizia terza da parte di un perito medico legale incaricato da un giudice” ha concluso Barillari.