Liliana Resinovich, nessun segno di violenza sul corpo senza nome ritrovato in un sacco
Non vi sarebbero segni di violenza sul cadavere ritrovato in due sacchi neri nel pomeriggio di ieri a Trieste. Secondo la procura, con elevata probabilità potrebbe trattarsi del corpo di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa ormai 20 giorni fa. A rendere più solido il sospetto, una compatibilità con il paio di occhiali ritrovati poco lontano dal luogo dove è stato recuperato il sacco. Gli occhiali da vista apparterrebbero infatti alla donna scomparsa e le caratteristiche fisiche del corpo ritrovato sarebbero molto simili alle sue. La certezza assoluta ancora non è stata fornita.
Entro lunedì inizierà l'esame autoptico per orientare le indagini sulla base delle risultanze. Secondo gli inquirenti, però, l'ipotesi che quello sia il corpo di Resinovich è molto probabile. La persona in questione sarebbe morta pochi giorni fa stando alle prime informazioni. Per avere la conferma servirà comunque l'autopsia. Non vi sarebbero per ora nomi iscritti al registro degli indagati per quanto riguarda la scomparsa della 63enne né per il ritrovamento del corpo ancora senza nome nel boschetto. Neppure sono state diffuse le informazioni su come gli inquirenti abbiano deciso di restringere il campo delle ricerche al boschetto nei pressi dell'abitazione della donna. Il Prefetto di Trieste Annunziato Vardé è convinto che Liliana si sia allontanata da casa a piedi. Esclusa per il momento la possibilità che possa aver preso un bus poiché le telecamere di sorveglianza non l'hanno mai ripresa sulla strada che porta al capolinea dei mezzi pubblici.
Dopo il ritrovamento del corpo è giunto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni anche il marito di Liliana, Sebastiano Visintin. Ai cronisti però ha detto di non essere mai stato contattato per un eventuale riconoscimento del corpo e di essere giunto sul luogo del ritrovamento solo di sua iniziativa. Intorno alle 23 di ieri sera, l'uomo sarebbe stato trasportato in ospedale a Cattinara per alcuni controlli. A renderlo noto il quotidiano Triueste Prima che ha precisato che soccorsi e polizia sono stati chiamati da una persona vicina all'uomo.
A cercare Liliana senza darsi pace in questi giorni, l'amico Fulvio Covalero. Dal giorno della scomparsa della 63enne l'uomo compie le sue ricerche sull'antica strada romana che dalla sella di monte Spaccato conduce fino alla strada per Basovizza e via Damiano Chiesa. Secondo quanto riportato da Trieste Prima, l'uomo avrebbe cercato Liliana proprio nel posto in cui è stato ritrovato il cadavere il giorno prima della scoperta. Un dettaglio, dice, di aver già riferito alle forze dell'ordine.