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Liliana Resinovich, nel luogo di ritrovamento del corpo 5 gradi in meno: così potrebbe essersi conservato

Nel luogo dove è stato ritrovato il corpo di Liliana Resinovich si registrano 5 gradi in meno rispetto alle normali temperature del centro cittadino di Trieste. Sarebbe questo ad aver favorito la conservazione del corpo: verso l’ok all’esecuzione dell’esame sul microbiota per stabilire data del decesso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Liliana Resinovich
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I consulenti incaricati dal sostituto procuratore Maddalena Chergia e quelli nominati dai familiari di Liliana Resinovich si sono incontrati negli spazi dell'istituto di Medicina legale dell'Università di Milano per discutere l'autorizzazione all'esame sul microbiota, tecnica all'avanguardia che verrebbe usata per definire con certezza la data di morte della donna. Prima di procedere, infatti, la Procura di Trieste ha richiesto ulteriori indicazioni sull'accertamento da eseguire.

La Procura, infatti, dovrà avallarne anche i costi (l'esame non dovrebbe superare i 6mila euro) e avere sul tavolo ogni dettaglio ad esso relativo, a partire dal nome del laboratorio dove le analisi potrebbero essere eseguite fino al luogo dove questo studio si trova.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Le strutture attrezzate per questo esame, infatti, si trovano solo in Inghilterra e negli Usa, dove verrebbero in caso recapitati i vetrini con i tessuti prelevati dal cadavere della donna. A proporre l'esame ancora sperimentale sono stati l'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofalo e il medico legale Raffaele Barisani, consulenti di Sebastiano Visintin.

Secondo una prima analisi dei tessuti della salma di Resinovich, la donna sarebbe morta per asfissia. Non sono emersi risultati diversi dalle nuove analisi sui sacchi neri nei quali è stato trovato il corpo, mentre sui vestiti sono state trovate deboli tracce di Dna maschile: a queste ultime, però, non viene dato molto rilievo perché potrebbero derivare da una contaminazione avvenuta anche nel corso dello spostamento del corpo avvenuto il 5 gennaio del 2022, quando è stato rinvenuto nelle sterpaglie dell'ex Opp.

Ieri a Milano sono stati riferiti anche i risultati delle rilevazioni disposte dall’entomologo Stefano Vanin, che con l’anatomopatologa Cristina Cattaneo e i professionisti Stefano Tambuzzi, Biagio Eugenio Leone compone il collegio peritale incaricato dalla Procura. Secondo quanto rilevato dalle sonde sistemate nel punto del ritrovamento della salma di Liliana, in quel luogo specifico si registrano 5 gradi in meno rispetto alla temperatura rilevata in centro. Questo elemento potrebbe aiutare a stabilire la data della morte della 63enne e il perché della conservazione così perfetta del cadavere.

Anche stabilire l'evoluzione e l’età degli insetti potrebbe condurre alla data della morte di Liliana. Di quest'ultima verifica si sta occupando l'entomologo Stefano Vanin. I consulenti si riuniranno nuovamente a luglio, concentrandosi in quell’occasione anche sulla rilettura dei segni riscontrati sul volto di Liliana.

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