Liliana Resinovich, le prime indiscrezioni sulla super perizia: “Forse soffocata”
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Liliana Resinovich sarebbe stata uccisa per asfissia causata da terzi. La 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 a Trieste e trovata morta il 5 gennaio 2022 sarebbe stata soffocata secondo i risultati della perizia depositata in Procura due giorni fa. Il cadavere della 63enne è stato riesumato per un'ulteriore perizia che chiarisse se la sua morte fosse avvenuta in seguito a un omicidio o, come inizialmente ipotizzato, per un gesto volontario.
L'ipotesi del suicidio, secondo quanto trapela dalla perizia, sembra ora naufragare del tutto. Per chi indaga, Liliana sarebbe quindi stata uccisa come sostengono da sempre i familiari e l'amico Claudio Sterpin.
La perizia era stata affidata dalla Procura all'antropologa forense Cristina Cattaneo, ai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e all'entomologo Stefano Vanin, e sarebbe stata depositata nella notte tra venerdì e sabato.
I risultati sono stati depositati in Procura dopo l'ultimo rinvio al 28 febbraio: inizialmente la perizia avrebbe dovuto esere sul tavolo della pm Chergia nel dicembre 2024, poi era stata posticipata a metà gennaio e poi ancora al 15 febbraio.
Nella perizia i medici sono stati anche chiamati a rispondere ad altri 25 interrogativi, tra i quali alcuni relativi alla data della morte e alle lesioni individuate sul viso e sul corpo della 63enne. Su questi quesiti non sono noti per il momento ulteriori dettagli sui risultati della super perizia.
Il fratello della 63enne, Sergio Resinovich, e la cugina Silvia Radin, non credono all'ipotesi del suicidio. "Sono certa che sia stata uccisa – ha dichiarato Radin in un'intervista a Fanpage.it -. Sul movente invece possiamo formulare solo ipotesi. Se i nostri sospetti sulla pista dell'omicidio fossero confermati, non ci stupirebbe. Noi chiedevamo la riesumazione del cadavere già tre mesi dopo la sua morte, proprio perché eravamo certi che Liliana non si fosse tolta la vita".