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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, l’avvocato del fratello: “Ipotesi suicidio esclusa, Lilli dava fastidio a qualcuno”

“Finalmente dopo tre anni ci troviamo nella giusta direzione. L’ipotesi del suicidio era grossolana e bizzarra e adesso è stata esclusa in radice”, ha detto l’avvocato Nicodemo Gentile in attesa di conoscere il contenuto della super perizia della professoressa Cattaneo sul caso di Liliana Resinovich.
A cura di Susanna Picone
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Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote
Liliana Resinovich col fratello Sergio e la nipote
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In attesa di avere notizie certe sull’elaborato consegnato nei giorni scorsi dalla professoressa Cattaneo che dovrà dare delle risposte su quanto accaduto a Liliana Resinovich, è intervenuto oggi sul caso Nicodemo Gentile, presidente dell’Associazione Penelope e legale del fratello di Liliana, Sergio Resinovich. Com’è noto, la famiglia di Lilli – la donna trovata morta ormai più di tre anni fa in circostanze misteriose a Trieste – non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, ma al contrario ha sempre parlato di ferite provocate da altre persone.

E l’avvocato Gentile lo ha ribadito ancora una volta oggi: "Finalmente dopo tre anni ci troviamo nella giusta direzione. L’ipotesi del suicidio era grossolana e bizzarra e adesso è stata esclusa in radice", ha dichiarato intervenendo in diretta alla trasmissione Ore 14 su Rai 2.

"Ci siamo sempre battuti – ha aggiunto l’avvocato di Sergio Resinovich – sostenendo che le lesività sul corpo non erano di natura accidentale. Adesso, grazie al complesso e minuzioso lavoro della consulenza legale, c’è la necessità di fare ulteriori accertamenti, di una profonda rivalutazione del procedimento, come ha detto oggi la Procura. C’è da fare una grande valutazione sul perché questa indagine è deragliata ma è importante che sia stata rimessa adesso sul giusto binario".

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Gentile ha quindi detto di aver fiducia nella procura e di aspettarsi che verranno sentite altre persone per chiarire il giallo di Trieste. "Ci sono alcune persone mai sentite dagli inquirenti, noi abbiamo indicato alcuni amici della coppia che si frequentavano in modo assiduo, un’albergatrice che li conosceva, persone da ascoltare ce ne sono", ha detto ricordando ancora come era stato trovato il corpo senza vita di Liliana.

"Mai visto un suicidio che accade coi sacchetti e che i sacchetti lasciano tutti quei segni sul volto, mentre al contrario non lascia segni il cordino, tutte quelle lesività parlano, prima di morire qualche ceffone è arrivato. Il movente? Evidentemente lei dava fastidio a qualcuno negli ultimi tempi, non era difficile sopraffarla, pesava solo 42 chili", ha concluso. Stando ad alcune indiscrezioni, effettivamente l'ipotesi del suicidio sembra essere del tutto naufragata con la nuova perizia.

Sul caso Resinovich questa mattina è intervenuto con una breve nota il Procuratore facente funzioni di Trieste, Federico Frezza, commentando la perizia ancora non resa pubblica. Il "minuzioso lavoro" svolto dai periti "impone una profonda rivalutazione dell'intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti aut acquisizioni", il cui oggetto "non può, ovviamente, venire reso pubblico", ha chiarito facendo riferimento appunto agli elementi analizzati dai consulenti Cristina Cattaneo, Vanin, Leone e Tambuzzi.

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