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La morte di Liliana Resinovich

La Procura interviene sulla perizia di Liliana Resinovich: “Lavoro minuzioso, serve rivalutazione del caso”

Secondo la Procura di Trieste, quanto emerge dalla super perizia svolta sul cadavere di Liliana Resinovich impone una “profonda rivalutazione del caso”. Necessari secondo il Procuratore anche nuovi accertamenti e ulteriori acquisizioni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Liliana Resinovich
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Quanto emerge dalla perizia sul cadavere di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell'ex Opp di Trieste, impone una "profonda rivalutazione". Il minuzioso lavoro dei periti "impone una profonda analisi dell'intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti e acquisizioni" ha fatto sapere il Procuratore facente funzioni di Trieste, Federico Frezza. L'oggetto dei nuovi accertamenti e la materia delle eventuali acquisizioni "non può essere resa pubblica". 

Frazza ha ricordato che la perizia svolta dai consulenti Cristina Cattaneo, Vanin, Leone e Tambuzzi è al centro del fascicolo sul caso che è ora nelle mani di un altro pm dopo che l'assegnatario del procedimento ha lasciato il servizio in Procura. Il nuovo pm è già al lavoro sul fascicolo.

Frezza ha definito "doverosa" la comunicazione delle necessità emerse dalla lettura della nuova perizia anche alla luce dell'interesse dei media e dell'evidente interesse pubblico della vicenda. Secondo gli accertamenti svolti sul cadavere della 63enne riesumato, la donna potrebbe essere stata soffocata e sarebbe morta per asfissia provocata da terzi.

Sembra quindi del tutto archiviata l'ipotesi del suicidio inizialmente avanzata per quanto riguarda la morte di Resinovich. Molto più probabile, da quanto trapela, che la donna sia stata uccisa. A crederci sono i familiari della 63enne, la cugina Silvia Radin e il fratello Sergio Resinovich. Entrambi in due diverse interviste rilasciate a Fanpage.it avevano sostenuto la pista della morte violenta, chiedendo a gran voce di indagare anche sulle lesioni trovate sul viso della donna.

La perizia è arrivata dopo un primo rinvio dal dicembre 2024 a metà gennaio e poi al 15 febbraio. I risultati sono arrivati sul tavolo del pm soltanto il 28 febbraio.

"Attendiamo di avere accesso a questo fascicolo, poi ne prenderemo atto, tutte le persone che hanno ruotato attorno alla vita di Liliana dovranno essere sentite" a dirlo è Sebastiano Visintin, ospite a Storie Italiane su Rai1. Il marito della 63enne ha commentato quanto emerge dalla perizia e le parole della Procura. "Chiedo di essere sentito, non ho nulla da nascondere. Che siano ascoltati anche familiari, vicini di casa e tutti coloro che la conoscevano. Voglio che il tutto interessi anche altre persone: tutti devono giustificare determinati atteggiamenti. Sulle indiscrezioni in generale sono molto scettico. Aspettiamo i fatti, ovvero quello che Cattaneo ci potrà dire. Io non riesco a capire come una persona possa aver ucciso mia moglie, averla congelata e poi portata lì. A quale scopo?".

"Non era più semplice magari abbandonarla lungo una strada e farla ritrovare anche subito? Io spero di avere risposte". "Questi momenti – ha sottolineato – sono i più difficili. Non è più possibile andare avanti così, sono al limite".

Fabiola Giusti, consulente della difesa della famiglia Resinovich, ha commentato le parole della Procura definendole "una bella speranza per il futuro del caso". "Speriamo si arrivi a un indagato – ha spiegato -. Vogliamo conoscere anche la natura delle lesioni sul viso di Liliana. Siamo convinti che si sia trattato di omicidio e che ci saranno degli indagati anche come atto dovuto. La scena del crimine urlava giustizia e se confermate, le indiscrezioni sulla perizia raccontano quello che noi diciamo da sempre, ossia che Liliana è stata uccisa".

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