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Liliana Resinovich, il marito si difende: “Su di me e mio figlio solo fango: ho perso 8 chili”

Oltre al dolore Sebastiano Visintin deve sopportare il peso delle accuse e delle illazioni: “Io mi sto consumando – ha dichiarato il marito di Liliana Resinovich – pesavo 82 chili e ora 74”.
A cura di Chiara Ammendola
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Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
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Sebastiano Visintin si difende dalle accuse indirette che in queste settimane di indagine sulla morte della moglie sono piombate su di lui. Al momento l'uomo non è indagato dalla procura di Trieste nell'inchiesta sul decesso di Liliana Resinovich, scomparsa lo scorso 14 dicembre e ritrovata morta il 5 gennaio in un'area boschiva poco distante da casa. Come riportato da Il Piccolo Visintin ha voluto anche chiarire la posizione del figlio Piergiorgio, accusato di aver chiesto del denaro al padre e a Liliana in più di un'occasione causando così dei violenti litigi famigliari: "Io mi sto consumando, perché oltre al dolore devo reggere il fango che stanno buttando addosso prima a me e ora anche a mio figlio. Pesavo 82 chili e ora 74", le parole di Visintin difeso dall'avvocato Paolo Bevilacqua.

Liliana Resinovich (Facebook)
Liliana Resinovich (Facebook)

Il legale ha chiarito che il figlio di Sebastiano, Piergiorgio, che nei giorni scorsi si è recato in Questura per rilasciare delle dichiarazioni spontanee in merito al suo rapporto Liliana "non è accusato processualmente di niente, è accusato dalla voce del popolo; non ha ricevuto nessun tipo di avviso o comunicazione". Piergiorgio avrebbe dichiarato agli inquirenti che non vedeva da tre anni la moglie di suo padre e che con Sebastiano stesso avrebbe tutt'ora rapporti sporadici. Inoltre, avrebbe sottolineato di non aver mai chiesto denaro alla 63enne e che quelle che circolano sul suo conto sono solo "illazioni" di cui si dice "indignato".

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)

Il riferimento è al fratello di Liliana, Sergio, che ha consegnato agli inquirenti una lettera nella quale accusa apertamente un uomo appartenente alla cerchia familiare che fino ad ora sarebbe rimasto "lontano dai riflettori": a uccidere la donna sarebbe stato un parente di cui è stato fornito nome e cognome e alla base dell'omicidio vi sarebbero motivi economici. Intanto c'è attesa per gli esami tossicologici i cui risultati dovrebbero arrivare nei prossimi giorni così come gli esami effettuati a Milano sugli oggetti e gli indumenti ritrovati accanto al cadavere di Liliana.

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