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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, il marito ancora non crede al suicidio: “Vorrei sapere cosa ha detto a Sterpin”

Il marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, parla dopo le ultime novità investigative sul giallo di Trieste. Ancora non è convinto del suicidio e sul Dna dice: “L’avrei dato anche all’inizio visto che sono quello che più di tutti vuole sapere la verità”.
A cura di Susanna Picone
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Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin
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“Ci sono troppe domande che non tornano. Non ritengo possibile che Lilly da un momento all’altro abbia deciso di farla finita in quel modo. Ma non penso neanche che qualcuno le abbia fatto del male. Siamo sempre lì. Se una persona vuole togliersi la vita a Trieste può farlo in altri mille modi, ci sono decine di ponti da cui buttarsi. Non credo che lei sia stata capace di organizzare un piano così dettagliato ma penso anche che nessuno avesse interesse a ucciderla”: a parlare in una intervista al Corriere, facendo capire che non è convinto della tesi del suicidio, è Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa prima di Natale e poi trovata morta a gennaio con dei sacchetti in testa nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste.

I dubbi del marito di Liliana Resinovich

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Visintin non crede che la sua “Lilly” possa aver deciso di farla finita ma non riesce a immaginarsi neppure un killer. Dal canto suo, lui si dice tranquillo, anche dopo che, alla luce degli ultimi sviluppi investigativi, gli è stato preso il Dna. “Non c’è stato alcun problema. Non ho mai avuto niente da nascondere, l’avrei dato anche all’inizio visto che sono quello che più di tutti vuole sapere la verità”, ha spiegato Sebastiano, che intanto – per la prima volta dalla morte di Liliana – si è allontanato per qualche giorno da Trieste “anche per staccare un po’ la testa”. “I primi 20 giorni sono stati uno choc, non sapevo neanche quello che dicevo” ha detto nell’intervista. E spiega che non può sentirsi sollevato neppure adesso, quando appare più forte l’ipotesi del suicidio e quindi questo allontanerebbe ogni dubbio da lui, perché “perdere la moglie in quel modo è la peggior cosa che possa capitare dopo 32 anni vissuti insieme”. E dice che anche quando la questione verrà archiviata “a me i dubbi che non sia stato un gesto volontario rimarranno sempre”.

La telefonata il giorno della scomparsa tra Liliana e Claudio Sterpin

Visintin risponde anche a una domanda sull'amico di sua moglie, Claudio Sterpin, che la mattina della scomparsa avrebbe dovuto incontrarla. In particolare fa riferimento alla telefonata a Sterpin delle 8.22 del giorno della scomparsa di Liliana: “Il contenuto non si riesce a capire. Non vorrei che quella chiamata abbia avuto qualche effetto nella testa di Lilly. Non essendo indagato non sono riuscito neanche ad accedere agli atti giudiziari ma mi piacerebbe sapere davvero cosa si sono detti”.

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