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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, il fratello Sergio contro Visintin: “Cercava di allontanarla dalla famiglia”

Durante la puntata della trasmissione Quarto Grado, è stato nuovamente trattato il caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta poco dopo. Il fratello: “Visintin voleva allontanarla dalla famiglia”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Liliana Resinovich
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Si svolgerà il prossimo 15 febbraio l'autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa dalla sua abitazione a Trieste nel dicembre del 2021. Mentre si attende la riesumazione della salma, che sarà prelevata il 14 febbraio prossimo, il giallo è nuovamente sotto i riflettori. Durante la puntata della trasmissione Quarto Grado, il caso è stato nuovamente sviscerato alla presenza del marito Sebastiano Visintin, chiamato nello studio televisivo.

"Alla famiglia di Liliana non sono mai piaciuto – ha raccontato Visintin durante l'intervista -, è vero. Però ci sarebbe da chiedersi perché non mi hanno mai accettato". Nel corso degli anni dopo il ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich, il marito ha dichiarato di averla "salvata dalla famiglia di origine" che voleva "mantenere il controllo su di lei".

Liliana Resinovich
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Gli attriti con la famiglia di Liliana

"Non è vero – ha raccontato Sergio Resinovich ai microfoni della trasmissione Tv – perché lei è sempre stata bene con noi. Si confidava e faceva affidamento sulla sua famiglia, è stato Visintin a cercare di allontanarla da noi". Secondo quanto raccontato dalla cugina della donna, infatti, Liliana aveva continuato a confidarsi con lei sui problemi coniugali con Visintin. Stando a quanto emerso dalle indagini, Resinovich aveva intrapreso due vite parallele, una al fianco del marito che avrebbe voluto lasciare e l'altra al fianco dell'amico Claudio Sterpin che dall'inizio dell'inchiesta sulla scomparsa della donna non ha mai creduto al suicidio.

"È stata portata in quel posto da due uomini – ha raccontato a Quarto Grado – ed è stata portata nel bosco poco dopo il ritrovamento del corpo. Liliana non si è suicidata". Secondo l'amico di Resinovich, è impossibile che la donna abbia deciso di uccidersi legandosi un sacchetto della spazzatura attorno al collo senza neppure lasciare un biglietto.

Liliana Resinovich
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L'assenza di un biglietto di addio

L'assenza di una lettera di addio sembra essere per ora l'unico dettaglio sul quale concordano i due uomini della vita di Resinovich. Claudio Sterpin, amico ritrovato di gioventù e Sebastiano Visintin, marito della 63enne, sembrano non aver mai avuto contatti tra loro. Eppure, come ha spiegato lo stesso Visintin durante la trasmissione, il nome dell'amico Sterpin era oggetto di attrito nella coppia. Tanto, forse, da aver indotto il marito della donna a bloccare il numero di telefono di Sterpin tutte le volte che l'uomo aveva provato a chiamarla al telefono.

Liliana Resinovich
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Il cordino legato intorno al collo di Liliana

Altro punto oscuro è quello del cordino legato intorno al collo della donna. Secondo quanto emerso dalle carte dell'inchiesta, Visintin avrebbe "mentito" agli inquirenti sulla presenza di sacchi della spazzatura nella cantina condominiale. Il corpo di Liliana Resinovich, infatti, sarebbe stata trovata in due sacchi neri della spazzatura che a Trieste non vengono utilizzati per la raccolta differenziata.

Due sacchetti identici sarebbero stati segnalati dal vicino di casa di Visintin proprio nella cantina condominiale dove l'uomo aveva detto di non aver mai conservato oggetti del genere. Secondo l'amico Claudio Sterpin, Liliana Resinovich non si sarebbe suicidata e il suo corpo sarebbe stato avvolto nei sacchi della spazzatura e portato nel bosco poco prima del suo ritrovamento.

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