Liliana Resinovich, giallo senza fine: nuove analisi sul corpo per stabilire la data della morte
Sono passati più di due anni e mezzo dal ritrovamento del corpo senza vita di Liliana Resinovich, la donna di Trieste scomparsa da casa nel dicembre del 2021 e ritrovata morta dopo settimane, a gennaio, nel boschetto dell'ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni. Ma nonostante le lunghe indagini e gli esami effettuati sul corpo– quest’anno la salma è stata anche riesumata per una nuova autopsia – si discute ancora per accertare la data della morte della donna.
E si è quindi deciso di procedere con nuove analisi. Dal corpo di Lilli sarà prelevato un frammento di tessuto utile per studiare il microbiota: si tratta di un esame che secondo gli esperti potrebbe fornire importanti indicazioni per stabilire appunto la data della morte della donna.
A prendere questa decisione è stata la pm titolare dell'inchiesta, Maddalena Chergia, accogliendo una richiesta in merito della difesa di Sebastiano Visentin, il marito di Liliana Resinovich.
Si occuperà dell’esame la consulente tecnica della difesa Noemi Procopio che collabora con l’ex comandante del Ris di Parma e biologo forense Luciano Garofano.
I familiari di Liliana Resinovich hanno sempre escluso la possibilità che la 63enne possa essersi tolta la vita e infatti si sono opposti alla richiesta di archiviazione del caso fatta dalla Procura. Nel 2023 il gip Luigi Dainotti ha accolto l'opposizione presentata dai legali dei familiari della 63enne con l'ipotesi di reato di omicidio volontario, indicando in 25 punti i nuovi approfondimenti e consulenze da effettuare nell'ambito di questa seconda fase di indagine.
Lo scorso febbraio è stato riesumato il corpo della 63enne ed è stata compiuta una nuova autopsia. Il cadavere di Liliana venne trovato avvolto in due sacchi neri e la donna aveva la testa infilata in sacchetti di plastica tenuti da un cordoncino.