Liliana Resinovich e il giallo del Dna sul cordino che rafforza l’ipotesi del suicidio
Resta un mistero l’origine del dna maschile trovato sul cordino che stringeva i sacchetti nei quali era infilata la testa di Liliana Resinovich al momento del ritrovamento del suo cadavere a Trieste il 5 gennaio scorso. Gli esami hanno escluso che potesse trattarsi di materiale genetico dei tre uomini con il quale è stato confrontato ma questo finisce per rafforzare la tesi del suicidio. Sull’importanza del reperto gli stessi inquirenti avevano molti dubbi ma in una indagine così delicata ogni traccia va analizzata a fondo e così è stato fatto ma ora si fa largo l’ipotesi di una contaminazione e cioè che quel dna non centri nulla con la morte della donna, così come si fa largo l’altra ipotesi mai scartata e cioè quella di un suicidio.
Sul cordino c'è il dna di Liliana Resinovich
Sullo stesso reperto infatti la scientifica ha rinvenuto anche la traccia del dna della stessa Liliana Resinovich, sintomo che la donna lo ha toccato. Una traccia, che come rivela il Corriere della Sera, rappresenta materiale biologico molto più nitido e rilevante rispetto quello maschile e che potrebbe indicare un tocco prolungato. Liliana Resinovich potrebbe aver stretto il laccio per soffocarsi? È questa una delle ipotesi sula scrivania degli inquirenti anche se si tratta di una teoria rigettata a gran voce da tutti quelli che conoscevano la 63enne triestina, dal marito Sebastiano Visintin all’amico Claudio Sterpin con cui la donna aveva riallacciato i rapporti dopo decenni di lontananza, al vicino di casa Salvatore Nasti ai parenti tutti.
I punti oscuri sulla morte di Liliana Resinovich
Sulla vicenda della morte della donna del resto molti sono ancora i punti oscuri. Dai sacchi neri ma aperti i cui è stato ritrovato il corpo e che rappresenterebbe un suicidio molto anomalo, alla sparizione improvvisa lasciando a casa entrambi i suoi due cellulari, alla borsetta a tracolla ma completamente vuota. Inoltre gli esami post mortem sulla salma hanno accertato che Liliana Resinovich non ha assunto alcun tipo di sostanza prima della morte e l'autopsia ha stabilito che è morta per scompenso cardiaco acuto e sul corpo non vi erano "traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso".
Liliana Resinovich, marito e amico: "Non può essersi suicidata"
Al suicidio come detto non crede il marito. “Non mi sembra possibile. Non riesco proprio a immaginarlo. Se davvero sarà suicidio resta comunque questo mistero. Perché lei non viveva alcun disagio o almeno io non me ne sono accorto” ha dichiarato Sebastiano Visintin. "Lilly non si è suicidata. Lilly non poteva suicidarsi. L'ho pensato dall'inizio e lo penserò per sempre. C'è un assassino libero. I fatti mi daranno ragione" sostiene anche l’amico Claudio Sterpin.