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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, cosa è emerso dalla seconda autopsia: frattura a una vertebra e altre lesioni

Gli ultimi aggiornamenti sul giallo di Liliana Resinovich dopo la seconda autopsia effettuata lo scorso febbraio: sarebbe stata riscontrata una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica, smentita invece la frattura al naso riportata nella prima relazione. L’avvocato Gentile: “Quadro incompatibile con un suicidio”.
A cura di Susanna Picone
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Erano attesi da tempo e stanno iniziando ad arrivare i primi risultati della seconda autopsia effettuata su Liliana Resinovich, la donna di Trieste trovata morta nel gennaio del 2022 nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico, poco distante da casa due settimana dopo la sua scomparsa.

Lo scorso febbraio il corpo della donna è stato riesumato per effettuare, appunto, nuovi esami con la speranza di arrivare a capire esattamente cosa accaduto: la famiglia di Liliana, infatti, non ha mai creduto alla tesi del suicidio e ad oggi c'è un fascicolo aperto per omicidio. Ad anticipare i primi risultati della seconda autopsia è il quotidiano Il Piccolo.

Si parla, tra le altre cose, di una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica. Lesione che andrebbe ad aggiungersi ad altre ferite sul corpo della donna. Non sarebbe invece stata rilevata la "possibile antica frattura al naso" che veniva riportata nella prima relazione medico-legale.

La prima relazione, firmata da Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, diceva che la palpebra destra di Liliana era "apparentemente tumefatta" e venivano annotate tracce ematiche alla narice destra. La lingua “presenta una apprezzabile piccola infiltrazione emorragica muscolare anteriore", mentre sulla testa "si nota infiltrazione emorragica a livello di muscolo temporale sinistro e la presenza di piccole petecchie emorragiche".

Anche Silvia Radin, la cugina di Liliana, ai microfoni di Ore 14 aveva parlato di "lesioni non prese in considerazione, in particolare una vertebra rotta" spiegando comunque di non aver ancora ottenuto da parte della dottoressa Cattaneo "niente di ufficiale", ma aggiungendo che se le cose sono andate così "vuol dire che Liliana ha sofferto tantissimo prima di morire".

Liliana Resinovich in una foto col marito
Liliana Resinovich in una foto col marito

Ora il collegio peritale nominato dalla Procura per la nuova relazione medico-legale è al lavoro per provare a dare una spiegazione a quelle lesioni. Sono tanti i dubbi sulla morte di Resinovich, a partire dal ritrovamento del cadavere (Liliana aveva la testa chiusa in sacchetti). In caso di caduta i suoi vestiti si sarebbero sporcati, viste anche le piogge del periodo, ma invece sono stati trovati puliti. E il corpo era praticamente intatto, segno – anche secondo lo zoologo Nicola Bressi – che in quel boschetto Liliana è rimasta solo poche ore.

Nei giorni scorsi è emerso anche che, sulla base di una nuova perizia, Liliana potrebbe essere morta il giorno stesso della scomparsa, tesi sostenuta anche dai suoi parenti.

"Il fatto che è morta il 14 dicembre – così la cugina – noi l'abbiamo sempre pensato, perché 21 giorni nel bosco non avrebbe potuto rimanere ed essere trovata intatta, non aggredita da nessun tipo di animale e con i vestiti puliti. Ci abbiamo messo tanto, ma ci siamo arrivati. I nostri consulenti ci stanno arrivando e probabilmente arriveranno anche ad altre notizie".

"Si sta piano piano delineando – le parole al quotidiano di Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich – un quadro sempre più obiettivo di una ricostruzione dei fatti assolutamente incompatibile con un suicidio". L’avvocato ha detto di augurarsi "che la Procura, gli investigatori, con un atto di grande umiltà, segno di forza e non di debolezza, alla luce di quello che si sta componendo e che verrà messo nero su bianco dai consulenti nominati dalla stessa Procura, rileggano i fatti in maniera diversa".

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