Liliana Resinovich, attesa per la perizia. Il fratello: “Caso abbandonato, speravano credessimo al suicidio”
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Avrebbe dovuto essere depositata entro il 15 febbraio la super perizia effettuata sul corpo di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel bosco dell'ex Opp. Dei risultati della nuova perizia medico-legale, però, non si hanno ancora notizie.
Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha detto a Fanpage.it che i risultati saranno depositati con tutte le probabilità nel corso di questa settimana.
"Credo che ci stiano mettendo tanto per non lasciare nulla al caso – ha dichiarato al telefono -. Non ho idea del perché la perizia non sia stata ancora consegnata, ma non c'è stato un rinvio ufficiale".
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È trascorso un anno da quando la pm Maddalena Chergia della Procura di Trieste ha affidato i nuovi esami all'antropologa forense Cristina Cattaneo e ai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone. Con loro, anche l'entomologo Stefano Vanin. Nel febbraio del 2024 i resti di Resinovich sono stati riesumati per una seconda autopsia, ma da allora non sono arrivate certezze o novità sulle dinamiche della morte della 63enne.
I risultati avrebbero dovuto essere depositati nel dicembre 2024, poi il termine è stato posticipato a metà gennaio. Infine, la data di consegna è stata fissata per il 15 febbraio 2025. Per ora ancora niente, anche se potrebbero essere depositati nelle prossime ore.
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"Credo che si stia impiegando tanto tempo per questa perizia per fugare eventuali dubbi futuri. Nelle ultime settimane si era parlato di un herpes a proposito del segno sul viso. Secondo me si tratta di ipotesi improponibili: quello che è stato trovato è il segno di una botta, non è certamente un herpes, però capisco che i periti vogliano essere certi di qualsiasi risultato venga fuori".
"Mi dispiace constatare che il caso di mia sorella è stato un po' abbandonato – ha continuato Resinovich -. Succedono tante cose ogni giorno nella cronaca e ogni volta che c'è un nuovo omicidio i media puntano i loro riflettori sulla vicenda. Chi indaga cerca di concludere tutto subito, di definire in fretta le dinamiche. Il caso di Liliana invece è stato avvolto dal silenzio a un certo punto, come se ci fosse la volontà di gettare la vicenda nel dimenticatoio sperando che così venisse archiviata come suicidio. Io non ho ovviamente mai creduto a questa pista, anzi, l'unica certezza che ho attualmente è che mia sorella è stata uccisa. Non so da chi, ho dei sospetti che non formulo pubblicamente perché sono solo dubbi, appunto, ma sono certo non si sia tolta la vita".
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Sergio si dice convinto che dietro la morte della sorella vi siano più persone, sposando di fatto l'ipotesi fatta da Claudio Sterpin, amico di Liliana. "Io credo che dopo la sua morte sia intervenuto un complice, qualcuno che ha nascosto il corpo fino al giorno del ritrovamento".
"Quello che non mi spiego – ha continuato Resinovich – è perché si siano create due fazioni su un dato di fatto oggettivo, ossia la morte violenta di mia sorella. C'è chi ancora parla di gesto volontario, ma come è possibile? Ho avuto la fortuna nella disgrazia di trovare persone formidabili e professionisti incredibili come l'avvocato Gentile e l'Associazione Penelope. Entrambi hanno mobilitato tecnici, consulenti e medici che hanno mostrato perché non si può parlare di suicidio. Nonostante tutto, nelle trasmissioni televisive ancora si parla di possibile gesto volontario o di mistero. Per me è assurdo che si dicano queste cose. Mi sembra che non ci sia la volontà di ricostruire una dinamica. Io ho letto più di una volta il faldone di indagine da 160 pagine e credo di sapere quello che dico. Chiedo a chi parla di mia sorella la stessa onestà intellettuale".