Liliana, la testimonianza di un’albergatrice: “Chiese camera con letti divisi, non sopportava Sebastiano”
Una nuova testimonianza emerge sul caso di Liliana Resinovich, la 63enne di Trieste scomparsa a dicembre 2021 e trovata cadavere 22 giorni dopo. Mentre si attendono gli esiti della nuova autopsia dopo la riesumazione del corpo, una donna, amica di Liliana e proprietaria di una struttura ricettiva dove la vittima e il marito, Sebastiano Visintin, erano stati spesso ospiti. Almeno fino a due mesi prima della scomparsa.
L'albergatrice ha prima contattato attraverso i social network Sergio Resinovich, fratello di Liliana. Quest'ultimo ha a sua volta allertato il proprio legale, Nicodemo Gentile, il quale gli ha consigliato di sentire cosa questa donna aveva da dire. E in effetti ciò che ha raccontato smonterebbe un po' quello che il marito di Liliana ha sempre raccontato, sia in Procura quando è stato sentito come persona informata sui fatti (non è mai stato iscritto nel registro degli indagati), sia ai microfoni della trasmissione di Rai 3 Chi l'ha visto?, parlando di un matrimonio felice: "Posso assicurarle che non abbiamo mai litigato", aveva detto all'inviato del programma condotto da Federica Sciarelli.
Sempre Chi l'ha visto? è riuscito a contattare telefonicamente l'albergatrice della testimonianza, che nella puntata andata in onda nella serata di ieri, 6 marzo, ha ricordato in particolare un episodio insolito verificatosi nel 2021. "Liliana e Sebastiano sono venuti qui con la macchina. Appena scesi dall'auto si vedeva che Sebastiano era molto molto arrabbiato, ha cominciato a scaricare le borse e aveva detto a Lilly di portarle in camera. Lei non è intervenuta subito a portare via gli zaini, si era fermata a parlare con me chiedendomi anche dei miei familiari. L'ultimo zaino che Sebastiano aveva in mano proprio lo ha lanciato e ha urlato dicendole di portare la roba in stanza. La sua espressione era spaventosa, non lo avevo mia visto così. Lilly si è abbassata, ha preso tutte le borse, le ho chiesto se le serviva aiuto, le veniva da piangere ma non lo ha fatto", ha detto.
E poi ancora: "Io a loro davo sempre la camera matrimoniale invece dopo questo episodio è capitato di dovergli dare una camera con due letti sperati. Lilly mi prese per il polso chiedendomi se gentilmente quando avrebbe richiamato Sebastiano per prenotare gli avessi continuato a dare la camera con i letti separati. Le ho detto di no, perché Sebastiano si sarebbe arrabbiato perché avevo visto che quel giorno in cui gli avevo dato quella stanza aveva protestato subito e lei mi ha detto: Non importa, per favore, fallo per me, non lo sopporto più".
Quando l'amica albergatrice di Liliana è venuta a sapere della sua scomparsa si è messa in contatto con Visintin: "Gli ho chiesto se c'era la possibilità che l'avessero aggredita ma lui mi disse di no, che lei con sé non aveva niente. In quella occasione lì mi disse che era stato un incidente, era molto irritato, poi si è corretto dicendo: "Sono fuori di testa, non so più quello che dico". E ha cominciato a balbettare. Mi ha detto di essere sotto pressione ma quelle parole hanno continuato a rimbombare nella testa".
Infine, la donna ha raccontato di un ultimissimo episodio in cui lei stessa si è sentita minacciata da Sebastiano Visintin: "A giugno è passato qua e abbiamo avuto una brutta discussione. Mi aveva detto di essere stato abbandonato da tutti gli amici, che tutti pensavano che l'avesse uccisa lui. Io gli ho detto che lui sa che io sono amica di Lilly ma che non sa quello che ci siamo dette. Lì lui ha sgranato gli occhi e ha cominciato a camminare avanti e indietro e a minacciare: "La gente non sa quello che sono capace di fare, deve avere paura". Quando gli ho detto che chi ha ucciso Lilly ha i giorni contati perché la verità verrà fuori ha risposto che non verrà fuori niente e che il caso sarebbe stato chiuso. Non so se la mia testimonianza possa essere importante o meno, ma io voglio avere la coscienza a posto perché Liliana è stata una persona buona".