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La morte di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, il Gip si riserva la decisione sull’archiviazione delle indagini

Il Gip del Tribunale di Trieste Luigi Dainotti si è riservato di decidere in merito al caso di Liliana Resinovich e nell’udienza che si è svolta oggi ha rimandato ai prossimi giorni la scelta sull’archiviazione delle indagini.
A cura di Antonio Palma
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Nessuna decisione sulla richiesta di archiviazione dell’indagine per la morte di Liliana Resinovich. Il Gip del Tribunale di Trieste ,Luigi Dainotti, infatti si è riservato di decidere in merito al caso e, nell’udienza che si è svolta oggi, ha rimandato ai prossimi giorni la scelta sull’archiviazione del caso che potrebbe quindi essere o definitivamente chiuso o sottoposto a un ulteriore approfondimento delle indagini.

L'udienza preliminare si è conclusa poco dopo le 12 di oggi, lunedì 5 giugno e, come ha riferito l'avvocato Nicodemo Gentile, che assiste il fratello di Liliana, Sergio, la riserva del giudice per le indagini preliminari dovrebbe essere sciolta tra questo fine settimana e l'inizio della prossima settimana.

La sentenza del Gip sarà fondamentale per il prosieguo del procedimento giudiziario. Il gip infatti deve decidere se la morte di Liliana verrà archiviata come suicidio, come chiede la Procura, o se ordinare nuove approfondimento investigativi come invece chiede la famiglia della donna, a cominciare dal fratello Sergio Resinovich e dal marito Sebastiano Visintin.

La Procura chiede l'archiviazione dell'inchiesta su Liliana Resinovich

Secondo la Procura triestina, infatti, tutti gli accertamenti investigativi e medico legali fin qui condotti sulla donna trovata morta nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio del 2022 dopo una denuncia di scomparsa da parte del marito nel dicembre del 2021, avrebbero stabilito che Liliana Resinovich si è tolta la vita. Per i pm l’unica ricostruzione possibile, dopo un anno di indagini, è quella  di un “intenzionale allontanamento dalla sua abitazione” e “intenzionale decisione di porre fine alla propria vita” in quanto l'inchiesta ha escluso  “l’avvenuta segregazione contro la sua volontà” e “la sussistenza di altre condotte lesive” a opera di terzi. Molti però son i punti oscuri della vicenda, dalla data di morte al modo anomalo con cui si sarebbe tolta la vota secondo gli inquirenti.

I familiari di Liliana non credono all'ipotesi suicidio

Una ricostruzione a cui non credono minimamente i familiari secondo i quali la donna mai aveva espresso segni in tal senso e sostengono l’ipotesi di un omicidio. A riprova della loro tesi hanno presentato diverse perizie forensi al Gip, ricordando che molti elementi emersi, sia della vita privata della donna sia sul luogo del ritrovamento del cadavere, non corrisponderebbero con l’ipotesi suicidio.

"Vorremmo maggiore chiarezza. Vorremmo capire come e quando è morta Liliana. La Procura dice che è lo stesso perché non ci sono reati. Per loro è indifferente la data" ha dichiarato a Fanpage.it il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, aggiungendo: "È un caso molto complicato, molto anomalo.Io nel mio lavoro di fotoreporter di cronaca nera ho visto e seguito parecchi suicidi e omicidi, per 20 anni…Casi di questo genere non mi sono mai capitati". Per sostenere la loro tesi, i familiari oggi si sono presentati davanti al Tribunale con un sit in davanti al palazzo di Giustizia.

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