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Liguria, abusi su un 12enne in cambio di sigarette elettroniche e altri regali: prete ai domiciliari

Padre Andrea Melis, direttore di una scuola privata e parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Finale Ligure, è stato sospeso dalla Curia. È accusato di violenza sessuale su minorenne, prostituzione minorile e tentata violenza aggravato.
A cura di Biagio Chiariello
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Dalle ricariche sulla carta prepagata alle sigarette elettroniche passando per videogiochi e abiti firmati. Tutti regali che sarebbero arrivati dopo i presunti abusi sessuali, secondo l'accusa, di un uomo di chiesa, padre Andrea Melis, arrestato dai carabinieri di Genova. A riportarlo è il Secolo XIX

Dalle indagini, coordinate dal pm Federico Panichi, sarebbe emerso che la vittima era un ragazzino che faceva il chierichetto. Il prete avrebbe anche tentato di baciare due giovani, dopo avere fatto loro alcuni doni. Secondo il giudice per le indagini preliminari ha agito sotto "la spinta di impulsi perversi", carpendo la fiducia dei "ragazzini attirandoli a casa sua, vicino le chiese" e facendoli "accedere a tutto ciò che un adulto proibisce".

Melis, sacerdote di 60 anni originario di Cagliari, appartiene all'Ordine dei Padri Scolopi. Era il direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti in salita San Bartolomeo degli Armeni, ma anche presidente di Fidae Liguria e parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova, a Finale Ligure. È accusato di violenza sessuale su minorenne, prostituzione minorile e tentata violenza aggravata ed è stato già sospeso dalla Curia.

Secondo quanto ricostruito, le indagini sarebbero andate avanti per mesi. E nei giorni scorsi è arrivata l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare della procura da parte dei militari dell'Arma. Il gip per Melis ha deciso per i domiciliari – da trascorrere in una comunità del levante genovese – misura che riguarderebbe, al momento, gli abusi perpetrati per oltre tre anni su un ragazzino genovese 12enne. Sulle altre accuse serviranno ancora indagini.

A denunciare è stata la famiglia del ragazzino, preoccupata dagli oggetti costosi di cui disponeva.

Gli investigatori avrebbero sequestrato nella sua abitazione farmaci per la stimolazione sessuale, ma anche capi di abbigliamento griffati e una fornitura di sigarette elettroniche.

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