Licenziati Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli: assistenti sociali al centro del caso Bibbiano
Sono stati licenziati Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli, i due assistenti sociali ritenuti al centro del caso Bibbiano e dell’inchiesta Angeli e demoni sui presunti affidi illeciti nei comuni della val d'Enza. Anghinolfi e Monopoli, rispettivamente dirigente dei servizi sociali dell'Unione val d'Enza e assistente sociale dello stesso organo nonché braccio destro della prima, erano già stati sospesi dai loro incarichi a seguito delle indagini della Procura emiliana che aveva portato agli arresti. Contemporaneamente all’inchiesta della Procura, infatti, era partito nei loro confronti anche un parallelo procedimento disciplinare da parte del Servizio associato interprovinciale per la prevenzione e risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro, l'organo dedicato ai procedimenti, che ora è arrivato a conclusione con la decisione più drastica: il licenziamento dei due indagati.
Basandosi anche sugli accertamenti investigativi emersi dalle ordinanze del Procura emiliana e del Giudice per le indagini preliminari, l’organo competente ha stabilito che “I loro comportamenti messi in essere, anche in collaborazione tra i due soggetti, sono tesi a fare pressioni su colleghi e soggetti esterni per giungere a sentenze al tribunale dei minori di Bologna tese ad allontanare i minori dalle famiglie di origine per darli in affidamento", ha spiegato al Corriere di Bologna Sylvia Kranz, responsabile dell'organo che ha preso il provvedimento.
Il licenziamento di Anghinolfi e Monopoli arriva dopo una decisione analoga già disposta dallo stesso organo contro Cinzia Magnarelli, assistente sociale anch'essa tra gli indagati del caso Bibbiano ma subito sanzionata perché ha confessato di falsificare le relazioni per gli affidi e ha aiutato gli inquirenti a costruire i metodi utilizzati dal team. Anghinolfi e Monopoli, arrestati subito dopo lo scandalo, sono rimasti agli arresti domiciliari fino al dicembre scorso quando lo stesso Gip ha revocato la misura cautelare nei loro confronti ma al contempo ha disposto il divieto di esercitare la professione per un anno. Entrambi infatti restano indagati. La 57enne e il 35enne devono rispondere di false relazioni e di depistaggio. Contro il licenziamento potranno presentare ricorso.