Licenziata per aver “rubato” e mangiato un panino a lavoro: giudici reintegrano commessa

Licenziata per aver "rubato" un panino, una commessa teramana di 57 anni dovrà essere reintegrata dopo la decisione della Cassazione. "Ho aspettato cinque anni questa sentenza e oggi non vedo l’ora di tornare al mio posto di lavoro", ha commentato la protagonista, che lavorava in un supermercato di Giulianova quando – anni fa – decise di prelevare un panino, una confezione di salmone e una bibita per consumarli davanti a tutti, senza nascondersi, evidentemente convinta di non star commettendo un reato. La donna gettò le confezioni in un cestino vicino alla cassa dove lavorava, in un luogo dove tutti potevano vederle e trovarle, sostenendo che avrebbe pagato il tutto a fine turno. Invece venne licenziata. Secondo la Cassazione "La sentenza impugnata insiste moltissimo sulla circostanza per cui la lavoratrice aveva gettato in un cestino le confezioni dei beni – continua – ma visto che la vicenda nel suo complesso è avvenuta alla luce del sole questo gesto di per sé non dimostra che si tratti di un comportamento particolarmente grave sotto il profilo della intenzionalità e dolosità della condotta".

I legali della commessa hanno sempre sostenuto che "non c’è stata nessuna appropriazione nel luogo di lavoro di beni aziendali" – che aggiungono – "in mancanza di ulteriori elementi deve darsi necessario rilievo al modestissimo valore della merce consumata, ma soprattutto alla storia lavorativa della dipendente che pacificamente nel corso di 14 anni non è stata mai oggetto di alcun richiamo disciplinare". I giudici della corte suprema hanno ribaltato la sentenza di secondo grado che inizialmente aveva stabilito come il fatto avesse interrotto il rapporto fiduciario delle parti e, di conseguenza, la legittimità del licenziamento. Per la Cassazione il fatto che la donna non si fosse "nascosta" nel consumare il panino dimostra la sua intenzione di pagarlo alla fine del turno.