Libertà di stampa, troppi giornalisti minacciati. Italia peggiora: è 77esima
L’Italia sta regredendo sul fronte della libertà di stampa. Nell’annuale classifica di Reporters sans Frontieres il nostro Paese perde quattro posizioni, scendendo dal 73° posto del 2015 al 77° (su un totale di 180 Paesi) del 2016. Le cause, secondo l’associazione, sono da ricercare nei tanti giornalisti ("fra i 30 e i 50”) sotto protezione perché minacciati e "nell'attacco giudiziario in atto in Vaticano" in relazione allo scandalo Vatileaks I giornalisti in maggiore difficoltà nel nostro Paese sembrano essere quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato. L’Italia è il fanalino di coda se si considera solo l’Europa (che è comunque l’area al mondo in cui c’è maggiore tutela per i cronisti), seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria.
In realtà la libertà di stampa è peggiorata un po’ dovunque nel 2015.Nelle ultime posizioni della classifica troviamo Vietnam (175), Cina (176), Siria (177), Turkmenistan (178), Corea del Nord (179) ed Eritrea (180). "Tutti gli indicatori della classifica testimoniano un regresso. Molte autorità pubbliche stanno cercando di riprendere il controllo del loro Paese, temendo grandi aperture del dibattito pubblico", ha commentato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.
E' l’America il continente che ha fatto registrare il più grande passo indietro, soprattutto a causa dell'uccisione di numerosi giornalisti nell'America centrale. In America latina, "la violenza istituzionale (in Venezuela, 139esimo, ed Ecuador, 109) e quella del crimine organizzato (Honduras, 137), l'impunità (Colombia, 134), la corruzione (Brasile, 104), la concentrazione dei media (Argentina, 54) rappresentano i principali ostacoli alla libertà di stampa", ha spiegato Reporter senza frontiere. L’Asia risulta invece ancora il continente con le peggiori valutazioni. I segnali positivi arrivano a sorpresa dall’Africa, che la prima volta da quando Rsf ha cominciato nel 2002 a elaborare la sua classifica, mostra una miglioramento. In particolare la Tunisia (passata dal 96esimo posto ad un invidiabile 30esima piazza), dove si registra "un consolidamento degli effetti positivi della rivoluzione".
E’ la Finlandia la nazione dove i giornalisti possono professare in condizioni di lavoro migliori. Il paese scandivano è in vetta alla classifica dal 2010, seguito da l’Olanda, che guadagna due posti, e la Norvegia, che ha perso la seconda posizione. Russia, Turchia ed Egitto sono rispettivamente al 48°, 151° e al 159° posto. Importante balzo in classifica anche per l’Ucraina (dal 129° al 107°). Va sottolineato poi come in alcuni paesi in crisi, come Iraq (158), Libia (164) e Yemen (170), "esercitare la professione di giornalista denota coraggio", ha sottolineato Rsf.