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Liberati Don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri: erano stati rapiti in Camerun

I due sacerdoti erano stati sequestrati ad aprile da un commando di uomini armati. A dare la notizia della liberazione Radio Vaticana.
A cura di Davide Falcioni
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Don Giampaolo Marta, don Gianantonio Allegri e la religiosa canadese, suor Gilberte Bussiére, della Congregazione di Notre-Dame di Montreal, sono stati liberati. Erano stati liberati in Camerun il 4 aprile scorso. A dare la notizia è stata Radio Vaticana, che ha ricordato come i tre siano stati sequestrati da due gruppi armati nelle loro abitazioni nella diocesi di Maroua, nel Nord del Paese. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa Vaticana, ha spiegato come la liberazione dei tre "è una notizia che ci riempie di gioia. Il Santo Padre, che fin dall'inizio aveva seguito la drammatica vicenda, ne è stato tempestivamente informato. Ringraziamo il Signore perché questa vicenda è giunta a una conclusione positiva". "Allo stesso tempo – ha proseguito Lombardi – continuiamo a pregare e ad impegnarci perché ogni forma di violenza, odio e conflitto nelle diverse regioni dell'Africa e nelle altre parti del mondo possa essere superata, e rinnoviamo il ricordo e l'impegno per le molte altre persone innocenti di diversa condizione ed età che, come ben sappiamo, rimangono vittime di inaccettabili sequestri in diversi luoghi di conflitto".

Martedì liberato il cooperante Federico Motka

La notizia della liberazione dei due sacerdoti vicentini arriva a pochi giorni di distanza da un'altra importante operazione, quella che ha portato alla liberazione del cooperante italosvizzero Federico Motka, sequestrato in Siria oltre un anno fa dai terroristi  dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), di cui ha visto la bandiera. Federico Motka si trovava in Siria – paese ferito da una guerra civile – per conto dell’organizzazione no profit tedesca Welthungerhil. Era stato rapito ad Atmeh il 12 marzo del 2013 e, intervistato da un giornale turco, ha raccontato di aver subito torture e violenze durante la sua "detenzione".
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