Lezioni al gelo all’università di Palermo, studentessa va in ipotermia: “Avevo le labbra nere”
"Quando sono arrivata in bagno, ho avvertito un malessere profondo. Ho sentito a tremare, non sentivo più il mio corpo. Le mie colleghe mi hanno messa per terra con le gambe elevate". A parlare è Roberta, la studentessa dell'Università di Palermo andata in ipotermia per il troppo freddo nell’aula non riscaldata dell’ateneo dove seguiva un corso di formazione per diventare insegnante di sostegno.
È il secondo caso nell’arco di pochi giorni registrato nel capoluogo siciliano dopo quello di una bambina di quinta elementare, trasportata in ospedale per un malore provocato dal gelo nei locali della sua scuola.
"Non riuscivo a respirare, per fortuna non ho perso i sensi", racconta a TgCom. È stato necessario l’intervento del personale del 118 che ha portato la paziente all’ospedale Civico. "Ho avuto una nausea fortissima, le labbra nere, un forte pallore, mani e gambe intorpidite" spiega ancora la giovane.
"Da due settimane seguiamo le lezioni senza riscaldamenti in un ambiente gelido", ha testimoniato un collega universitario della donna ricoverata. Nell'aula 12 dell'edificio 19 c'è chi segue con vestiti pesanti e giubbotti, chi addirittura porta una stufetta da casa o una trapunta, spiega ancora la ragazza. E il suo non è il primo caso di malore, assicura.
Dopo il caso alla scuola Emanuela Loi, quello all’università di Palermo tiene dunque aperta la questione delle condizioni a dir poco precarie della strutture scolastiche, affrontata negli ultimi giorni da diversi sindacati intervenuti sulla vicenda.
"Solidarietà agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie che spesso si sentono spesso soli e abbandonati in trincea a combattere contro le inefficienze delle strutture edilizie scolastiche", ha detto segretario della Flc Cgil, Fabio Cirino. "Se il guasto c’è, ed è segnalato da tanto tempo, e accade un incidente, che altro c’è da fare se non essere costretti a chiudere la scuola?".