L’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante condannato a 14 anni di carcere
L'ex presidente degli industriali siciliani Antonello Montante è stato condannato dal gup di Caltanissetta a 14 anni di carcere. La sentenza è stata emessa in serata dopo due ore di Camera di consiglio. Per Montante, che non era presente alla lettura della sentenza, la procura aveva chiesto una condanna a 10 anni e sei mesi di carcere. L'ex presidente di Sicindustria era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante”, una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un “governo parallelo” in Sicilia. "Il dispositivo certifica il buon lavoro svolto dal nostro ufficio e la solidità dell'impianto accusatorio da noi portato in aula, poi bisognerà attendere le motivazioni per una valutazione più approfondita", ha commentato il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone. "Sono stato condannato a 14 anni? Più della richiesta fatta dalla Procura…", avrebbe detto invece Montante parlando al telefono con uno dei suoi legali, l'avvocato Giuseppe Panepinto. Il legale ha poi detto che Montante "era molto amareggiato".
Le altre condanne – Condannati anche i componenti del “cerchio magico” di Antonello Montante. L'ex Comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone è stato condannato a 3 anni (la procura aveva chiesto 4 anni e sei mesi di reclusione). Quattro anni a Marco De Angelis, ex funzionario della Questura di Agrigento per il quale la Dda aveva chiesto sei anni e undici mesi. Un anno e quattro mesi per il questore di Vibo Valentia Andrea Grassi, assolto per altri due capi, per il quale erano stati chiesti due anni e otto mesi di reclusione. Diego Di Simone, responsabile security di Confindustria ed ex poliziotto, è stato condannato a 6 anni e 4 mesi (chiesti per lui sette anni e un mese di carcere). Assolto infine, come aveva chiesto la procura, Alessandro Ferrara, funzionario Regione siciliana.