video suggerito
video suggerito

L’ex comandante accusato di aver ucciso Sofia Stefani aveva una relazione con lei: “Voleva tirarsi indietro”

Secondo quanto confermato da fonti inquirenti a Fanpage.it, l’ex vigilessa Sofia Stefani, e Giampiero Gualandi, il collega arrestato nelle scorse ore per averla uccisa esplodendo contro di lei un colpo di pistola all’interno di un ufficio della polizia locale del comando di Anzola Emilia, avevano una relazione: “Lui voleva tirarsi indietro, lei no”.
A cura di Ida Artiaco
334 CONDIVISIONI
A sinistra, l'ex vigilessa Sofia Stefani, 33 anni
A sinistra, l'ex vigilessa Sofia Stefani, 33 anni

L'ex vigilessa Sofia Stefani, 33 anni, e Giampiero Gualandi, 62, il collega arrestato nelle scorse ore per averla uccisa esplodendo contro di lei un colpo di pistola all'interno di un ufficio della polizia locale del comando di Anzola Emilia, avevano una relazione.

È quanto hanno dichiarato fonti inquirenti a Fanpage.it, spiegando perché nelle scorse ore l'uomo, sposato, ex comandante della polizia locale Terre d’Acqua e ora in servizio nella sede di Anzola, sia stato indagato per omicidio volontario, aggravato da futili motivi e dal legame sentimentale tra la vittima e il presunto killer.

Il loro rapporto – è riferito – era fatto di alti e bassi, e pare che lui si stesse tirando indietro, mentre lei è probabile che stesse insistendo per il contrario. Tuttavia, cosa sia successo nell'ufficio della polizia locale di Anzola negli attimi prima del delitto non è ancora stato chiarito. Anzi, sono ancora molte le domande a cui gli investigatori stanno tentando di dare risposta.

Immagine

Certo è che la prima versione data dall'uomo, che nel corso dell'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, e cioè che il colpo sarebbe stato esploso accidentalmente, mentre puliva la pistola, non ha trovato ulteriori riscontri. Anzi, è stata ritenuta non credibile e mendace rispetto ai fatti, anche perché l'uomo è deputato allo svolgimento di servizi interni, per cui non avrebbe avuto nessun motivo per pulire la pistola, né per usarla o portarla al proprio seguito, tanto è vero che anche ai colleghi è sembrato insolito.

Inoltre, anche le modalità con cui la pistola è stata trovata, con il colpo inserito in canna dopo averne esploso uno, ha avvalorato l'ipotesi che Gualandi non stesse pulendo la pistola, anche perché si tratta di un agente ha una esperienza decennale all'interno di un corpo di polizia. Ad ogni modo, domani avrà occasione di chiarire ulteriormente la propria posizione, davanti al Gip. Secondo il legale dell'uomo, "nell'udienza di convalida domani intendiamo rispondere all'interrogatorio e chiariremo ogni aspetto di quello che è successo. È stato un incidente, non è stato volontario, non è stato un femminicidio. È una tragedia immane per cui siamo tutti devastati".

Intanto, la Procura di Bologna disporrà l'autopsia e gli esami sui dispositivi tecnologici per far luce sul caso di Sofia Stefani.

334 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views