L’Etna dà spettacolo con una colata lavica, l’Ingv tranquillizza: “Attività modesta, nessun disagio”
Delle due bocche effusive che si sono aperte il 12 e il 20 maggio sul cratere di Sud-Est dell'Etna, ne è rimasta attiva una soltanto. La colata di lava che alimenta è lunga appena qualche centinaio di metri e finisce nella Valle del Leone, un altro dei deserti del vulcano siciliano. È questa l'ultima notizia a proposito di questa fase di attività dell'Etna, cominciata il 12 maggio e ancora capace di tenere gli occhi dei catanesi con lo sguardo puntato sulla montagna. E sulle eventuali emissioni di cenere. Come quella immortalata all'alba di oggi, che però "era impalpabile", per usare l'espressione di Stefano Branca, direttore dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania.
"Siamo di fronte alla classicissima attività eruttiva sommitale dell'Etna – spiega Branca a Fanpage.it – Le variazioni di intensità provocano anche emissioni di cenere che, come in questo caso, rimane sospesa in atmosfera senza causare disagi alla popolazione". La cenere arriva da una bocca in cima al cratere di Sud-Est, il più attivo dell'Etna, nonché quello che in questi giorni dà vita a sporadiche esplosioni stromboliane, di intensità variabile.
A quel puntino rosso centrale, però, bisogna aggiungere anche quello dell'ormai unica bocca effusiva a circa 3250 metri sul livello del mare, sul fianco nord del Sud-Est. La prima bocca si è aperta il 12 maggio, mentre otto giorni dopo, nella stessa area, si è aperta una seconda bocca dello stesso tipo: effusiva, capace di alimentare una piccola colata. "Al momento ne rimane alimentata una soltanto – prosegue Branca – con una colatina che arriva fino a circa 2800 metri e visibile solo dal versante nordorientale del vulcano".
"Quest'attività è del tutto modesta, per non dire altro", afferma Branca. Non solo per la qualità degli spettacoli ai quali l'Etna ha abituato i catanesi con i pennacchi di cenere al tramonto o le spettacolari fontane di lava in notturna. "Ma soprattutto per l'intensità – conclude il direttore dell'Ingv di Catania – Basta pensare, in confronto, ai due episodi di fontane di lava di febbraio 2022 e all'attività di tutto il 2021". Anno in cui l'Etna ha mostrato l'energia dei suoi quattro crateri sommitali, attivi tutti contemporaneamente, come non accadeva almeno dagli anni Novanta.