Il viceministro Sileri colpito da coronavirus: “Sto meglio ma tanta paura per chi mi è stato vicino”
"Mi sono accorto di avere uno strano bruciore agli occhi, avevo una persona in ufficio con febbre e quindi avevo un campanello di allarme, ho fatto il tampone e nel frattempo è arrivata la febbre alta. Ora sto meglio ma c'è stata tanta paura" così il viceministro alla salute, Pierpaolo Sileri, ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza diretta da contagiato dal coronavirus. Dal momento dei primi sintomi e ancora prima del tampone, Sileri si è chiuso nella sua abitazione romana distanziandosi anche dai suoi familiari, la moglie il figlioletto, rinchiudendosi in una stanza. "L'altra cosa che è iniziata è stata la progressiva perdita del sapore e dell'olfatto e tutt'ora io non sento sapori e odori. Ora la febbre e la tosse sono passate ma per almeno due giorni ho avuto una respirazione un po' ballerina e c'era ovviamente la paura, per mio figlio mia moglie" ha aggiunto Sileri.
In base alla sua esperienza diretta, Sileri ha spiegato di ritenere necessaria l'estensione della somministrazione dei tamponi per il Covid-19 anche a coloro che non hanno sintomi gravi. "Anche forse per esperienza personale penso che probabilmente sarebbe utile un'estensione dei tamponi a coloro che hanno sintomi più lievi e non necessariamente ed esclusivamente coloro che hanno febbre e difficoltà respiratorie" ha dichiarato infatti Sileri, aggiungendo: "Non sugli asintomatici – tranne casi eccezionali per trovare sentinelle sul territorio -, ma su soggetti selezionati".
Secondo Sileri, che è anche medico, la quarantena domiciliare va bene per l'asintomatico e il paucisintomatico ma chi ha sintomi non dovrebbe stare a casa "perché puoi trovarti con una insufficienza respiratoria grave dopo quattro, cinque giorni senza che te ne accorgi in tempo". "Per un medico diventa tutto più facile ma per gli altri è molto più drammatico" ha aggiunto il viceministro. "Il mio augurio è che questa esperienza insegni a tutti qualcosa, innanzitutto a rispettare il Servizio Sanitario nazionale in futuro, a rispettarlo e sentirlo proprio così come le persone che ci lavorano. E poi essere uniti" ha concluso Sileri.