271 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Capo di Stato maggiore spiega perché l’Esercito italiano non ha deterrenza: “Servono uomini e mezzi”

In vista dei festeggiamenti per l’anniversario dell’Esercito italiano, il generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, non nasconde le preoccupazioni per la situazione del nostro esercito alla luce dei nuovi scenari internazionali con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente. “Servono almeno 10mila soldati in più e recuperare anche il gap con Marina e Aeronautica” ha spiegato Masiello.
A cura di Antonio Palma
271 CONDIVISIONI
Immagine

“Per diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile, l’Italia deve rivedere il proprio esercito con un’innovazione a tutto campo e bisogna sbrigarsi a farlo presto”, è l’allarme lanciato dal generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. In vista dei festeggiamenti per l’anniversario dell’esercito italiano, che si celebra il 4 maggio, il numero uno della forza armata non nasconde le preoccupazioni per la situazione del nostro esercito alla luce dei nuovi scenari internazionali con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente.

Per il generale di Corpo d’Armata, il sistema Esercito va rivisto da cima a fondo, da un rafforzamento degli uomini a quello delle armi, passando per l’addestramento delle truppe alla tecnologia, fondamentale nella guerra elettronica. “Sono cambiati gli scenari, le minacce e, quindi, sono cambiate le esigenze. Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d’arma, potenziati gli strumenti, ma anche adeguate le strutture, i sistemi addestrativi, le procedure d’impiego. Si tratta, in sostanza, di un’innovazione a tutto campo, in cui la tecnologia è un fattore cruciale” ha dichiarato al Correre della Sera il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

Masiello conferma che la guerra in Ucraina, con uso massiccio di artiglieria, trincee e droni, ha cambiato tutto.  “Per noi europei, che veniamo da 20 anni e più di missioni di pace all’estero, è stato dirompente. Serve molta attenzione e bisogna attrezzarsi per i grandi cambiamenti nel modo di combattere. Scambiare informazioni con l’Intelligence è fondamentale” ha sottolineato Masiello non nascondendo che la forza armata di terra “deve recuperare anche un gap con le Forze Armate sorelle, la Marina e l’Aeronautica, che in questo sono più avanti”.

Per troppo tempo, secondo il generale, "l'Esercito non è stato considerato una forza armata tecnologica. Bisogna invece stare al passo con i mezzi a disposizione di eventuali avversari. E occorre accorciare i tempi di individuazione delle tecnologie necessarie, sburocratizzare le procedure di acquisizione, aderire alla velocità del mondo che evolve". “Fra le tecnologie più urgenti da acquisire rientrano sicuramente quelle incentrate sull’integrazione delle capacità collegate al dominio cibernetico e alla gestione dello spettro elettromagnetico: un ombrello di protezione, che noi chiamiamo bolla tattica” ha aggiunto l’alto ufficiale.

Oltre alle tecnologie, però, servono anche uomini. “Chiariamoci, non siamo in guerra. Siamo in una competizione che definiamo ‘sotto soglia’ ma saranno anni di grande crisi, meglio farsi trovare preparati. A oggi l’organico non è sufficiente, Ucraina e Striscia di Gaza ci insegnano che serve la massa, perché le forze si logorano e vanno rigenerate” ha spiegato Carmine Masiello, concludendo: “Servono almeno 10mila soldati in più, ai quali bisogna inevitabilmente affiancare riserve che consentano di aumentare gli organici all'esigenza”.

271 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views