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“Lesbica di m…”, picchiata e spinta dalle scale: Claudia aggredita davanti casa ad Alessandria

L’aggressione denunciata da una donna di 53 anni di Alessandria, finita in ospedale proprio a seguito dell’attacco subito mentre rientrava a casa.
A cura di Antonio Palma
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“Sei una lesbica di m…”, poi l’aggressione fisica a calci e pugni e uno spintone per farla cadere giù dalle scale, il tutto nel proprio palazzo, davanti alla porta della propria abitazione, è l’aggressione denunciata da una donna di 53 anni di Alessandria, finita in ospedale proprio a seguito dell’attacco subito mentre rientrava a casa. A rivelare la brutta vicenda avvenuta venerdì e stata l’associazione LGBTQIA+ “Tessere Le Identità” di cui la donna è socia da lungo tempo. Attraverso i suoi canali social, l’organizzazione ha ricostruendo il drammatico racconto di Claudia Cecconello. “È drammatico ricevere le foto di un’amica, socia della nostra associazione, appena ricoverata in ospedale per aggressione e lesione, avvenuta nel suo palazzo mentre rientrava a casa. La propria casa, il proprio contesto abitativo, uno dei luoghi in cui ci si dovrebbe sentire protetti” spiegano dall’associazione.

L’aggressione pare abbia avuto origine da un diverbio tra vicini ma è sfociata poi in insulti omofobi e infine nella violenta aggressione. Protagonista un uomo che, secondo la vittima, già in passato l’aveva insulta ma fermandosi alle parole e ai dispetti. “Non so se questa persona ce l’abbia con me perché sono lesbica. Tempo fa ha insultato un altro condomino chiamandolo ‘brutto frocio di m…a' ma ha problemi con diverse persone nel palazzo” ha raccontato la donna. “Una lite fra condomini, diranno in molti, eppure dopo i primi battibecchi ecco che arrivano gli insulti: ‘sei una lesbica di M….’ poi i calci, i pugni fino a rotolare giù dalle scale rischiando di rompersi l’osso del collo” scrivono gli attivisti di “Tessere Le Identità”, aggiungendo: “Stiamo parlando di Omotransfobia, di quella radice tossica che ancora infesta le nostre comunità, nascosta nell’intimo di molte persone, travestita dai sorrisi, dalla tolleranza e da quelle frasi che sentiamo spesso: io non ho problemi con i gay, basta che stiano al loro posto”.

”È vergognoso che alla luce di questi fatti di violenza non sia ancora stata approvata una legge che protegga le persone dai crimini di odio senza che nessuno sia escluso. Ci chiediamo quante vittime dovranno essere ancora massacrate prima di ritrovarci in una società costruita sul rispetto delle diversità. Tutta l’associazione si raccoglie attorno a Claudia, nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che l’Italia si renda consapevole delle sue mancanze prima di diventare responsabile di questi fatti” conclude l’associazione.

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